Per capire lo scontro tra Google e i giornalisti francesi occorre fare attenzione ai dettagli, come sempre. Il 24 ottobre prossimo entrerà in vigore in Francia (il primo Paese ad adottarla nell’Ue) la legge che recepisce la direttiva europea sul copyright. L’articolo 15 della direttiva (sui diritti connessi) riconosce agli editori il diritto di chiedere a terzi, quindi a Google, Facebook, ecc… un’adeguata remunerazione per lo sfruttamento online dei propri contenuti a fini commerciali.
La legge è scritta male.
Perché lascia, quindi, la possibilità a Big G di non pagare le licenze per mostrare sul motore di ricerca le anteprime degli articoli dei siti di notizie francesi. Infatti, il motore di ricerca aggirerà la legge, come annunciato, e mostrerà nei risultati solo il titolo della notizia, senza più foto e snippet.
“Un suicidio per la stampa”
Sarà “Un suicidio per la stampa”, denunciano i giornalisti, video-giornalisti, fotografi e artisti francesi, che hanno lanciato online un appello per chiedere:
- “Un contrattacco da parte di chi decide. Chi decide deve rafforzare i testi in modo che Google non possa più distorcerli”.
- Chi decide deve usare tutto l’arsenale a propria disposizione per combattere l’abuso di una posizione dominante del colosso americano”.
Modificare normativa sul copyright
Occorre, quindi, che l’Unione europea e i singoli Stati che andranno a recepire la direttiva europea prendano in considerazione quest’appello, perché ad oggi la nuova normativa sul copyright, tanto decantato come una vittoria degli editori contro Google, clamorosamente consente a Big G di continuare a tenere in pugno i media, perché ha proposto loro di “continuare a mostrare titolo, foto e snippet, ma di farlo firmando un consenso con cui si rinuncia ad una remunerazione”. In pieno rispetto della direttiva copyright. Che beffa.
“È un nuovo gesto di disprezzo alla sovranità nazionale ed europea”, scrivono i colleghi francesi nel testo con cui lanciano l’appello. “Google vuole dimostrare”, continuano, “l’impotenza pubblica di regolamentare le piattaforme, piegare i media e costringendoli ad accettare un modello economico basato sul principio dei contenuti non retribuiti”.
“Da parte nostra”, concludono i giornalisti, video-giornalisti, fotografi, artisti, “facciamo appello all’opinione pubblica e guidiamo questa lotta perché la posta in gioco è la sopravvivenza di media indipendenti e pluralistici, e in definitiva la vitalità della nostra Democrazia”.
Per firmare l’appello: https://open-letter-october-2019.frama.site