RIM: lasciano Lazaridis e Balsillie. Il nuovo Ceo Thorsten Heins chiamato a risollevare le sorti del BlackBerry

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Thorsten Heins è entrato in RIM nel dicembre 2007 dopo aver ricoperto la carica di Senior Vice President per l'ingegneria hardware e COO di prodotto e di vendita in Siemens. Barbara Stymiest ricoprirà il ruolo di presidente del consiglio indipendente.

Stati Uniti


Mike Lazaridis e Jim Balsillie

Era una decisione attesa e auspicata da tempo dagli azionisti in conclusione dell’annata nera di RIM: i due fondatori Mike Lazaridis e Jim Balsillie – entrambi co-presidenti dell’azienda canadese – hanno lasciato i loro incarichi e ceduto il posto a Thorsten Heins, che assumerà il ruolo di Presidente e Chief Executive Officer, e a Barbara Stymiest nel ruolo di presidente del consiglio indipendente.

 

“In tutti i grandi gruppi di successo, arriva il momento in cui i fondatori devono ammettere che bisogna lasciare il testimone a una nuova direzione. Jim e io siamo andati davanti al consiglio e abbiamo detto che quell’ora è arivata”, ha affermato Mark Lazaridis nel corso di una conferenza stampa.

 

Thorsten Heins, 54 anni, è entrato in RIM nel dicembre 2007 dopo aver ricoperto la carica di Senior Vice President per l’ingegneria hardware e Chief Operating Officer di prodotto e di vendita in Siemens. In 4 anni, quindi, ha scalato tutti i gradini, arrivando al più alto. Sarà affiancato da Barbara Stymiest, che in passato ha ricoperto la carica di presidente di TSX Group e di chief operating officer della Royal Bank of Canada.

 

Mike Lazaridis e Jim Balsillie non lasciano, comunque l’azienda, di cui controllano ciascuno una quota pari a circa il 5%: Balsillie resta membro del board e Lazaridis è diventato vicepresidente del Consiglio e presidente del Comitato di Innovazione del nuovo Consiglio e ha annunciato l’intenzione di acquistare 50 milioni di azioni.

Come vicepresidente Lazaridis lavorerà a stretto contatto con Mr Heins per offrire consulenza strategica, fornire una transizione graduale e continuare a promuovere il marchio BlackBerry in tutto il mondo.

“Mike ha creato un nuovo modo di comunicare e non vedo l’ora di continuare la nostra collaborazione”, ha affermato il nuovo Ceo.

 

Il duo lascia comunque un’azienda in piena crisi, sopraffatta dalla concorrenza degli smartphone Android e degli iPhone. I titoli hanno perso il 77% del loro valore in un anno, facendo di RIM una preda appetibile sul mercato e scatenando l’ira funesta degli azionisti che hanno continuato a chiedere a gran voce la testa di Balsillie e Lazaridis.

“E’ il primo segnale positivo che percepiamo da diversi mesi”, ha commentato Ed Snyder, analista di Charter Equity, che però si è mostrato prudente sulla scelta di Thorsten Heins, ex dirigente Siemens e per lungo tempo luogotenente dei due leader uscenti.

Effettivamente, Heins non ha annunciato grandi rivoluzioni: la sua priorità – ha affermato – sarà la commercializzazione della nuova gamma di Blackberry 7 a schermo touch e la messa a punto di una nuova versione del sistema operativo dei tablet PlayBook da qui a febbraio.

Come ogni azienda che è cresciuta più velocemente, ci sono stati inevitabili dolori”, ha affermato Heins. “Abbiamo imparato da queste sfide e, credo, che diventerà una società ancora piu’ forte. Andando avanti – ha aggiunto – continueremo a concentrarsi sia sulla crescita a breve e lungo termine, la pianificazione strategica, del cliente e un approccio basato sul mercato dei prodotti e l’esecuzione impeccabile”.

 

RIM, ha proseguito, sta per nominare un nuovo Chief Marketing Officer che “lavorerà a stretto contatto con il prodotto e il team di vendita per fornire i prodotti e i servizi più interessanti”.

 

Nell’ultimo trimestre, RIM ha “registrato un fatturato di 5,2 miliardi di dollari, in crescita del 24% rispetto al trimestre precedente, e un 35% di aumento della base di abbonati BlackBerry, che ora è più di 75 milioni”, ha concluso.

 

Questo sarà, dunque, un anno cruciale per RIM e Heins dovrà dimostrare che i nuovi prodotti dell’azienda riescono a tenere il passo della concorrenza. Il mercato smartphone, del resto, è estremamente volubile: lo confermano l’ascesa di Samsung, Apple e HTC e la ‘caduta’ di colossi come Nokia e Motorola. Bisognerà vedere se c’è ancora la possibilità di recuperare tutto il tempo perduto.

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