Il Garante Privacy Antonello Soro interviene nel dibattito in corso sul DEF relativo all’introduzione di incentivi fiscali per promuovere i pagamenti elettronici. La maggioranza ne sta discutendo e sta cercando il modo di trovare 7 miliardi di coperture dalla lotta all’evasione fiscale. L’ipotesi è quella di incentivare l’utilizzo di carte e Pos in maniera massiccia. Ma il rischio di “schedatura elettronica” c’è e per questo vanno presi dei provvedimenti preventivi se si vuole procedere. Lo ha detto Antonello Soro, presidente del Garante per la protezione dei dati personali in un’intervista a Italia Oggi.
Rischio schedatura
Per i pagamenti tracciabili c’è il rischio di una schedatura a tutto campo dei consumi. Nella scrittura delle norme va posta attenzione alla qualità del dato per l’identikit del rischio evasione. C’è poi da compiere da parte della pubblica amministrazione un cambio di passo nella gestione del rischio informatico dei dati per evitare nuovi accessi alle banche dati fiscali come accadde per lo spesometro, quando milioni di informazioni sensibili furono in balia di tutti. Antonello Soro spiega a ItaliaOggi quali sono le garanzie da porre in essere per i contribuenti e a chi accusa che troppa privacy limita la lotta all’evasione ribatte: “I paletti posti dal garante attengono essenzialmente a misure di sicurezza per impedire accessi abusivi e accorgimenti per assicurare qualità ed esattezza dei dati, rendendo così affidabili i criteri sulla cui base stilare il profilo di rischio di evasione”.
Minimizzare i rischi
Il Garante aggiunge che va posta grande attenzione alla minimizzazione del rischio di attacchi informatici al prezioso patrimonio informativo dell’Agenzia delle Entrate per “garantire la buona riuscita degli accertamenti attraverso l’esattezza dei dati (e quindi l’affidabilità della profilazione) sui quali essi si basano”.
Ma in concreto quali sono i rischi contenuti nel DEF in materia di tracciabilità dei pagamenti? Il Garante individua tre aspetti che vanno garantiti: la confidenzialità dei flussi informativi e la sicurezza dei canali; la proporzionalità dei trattamenti dei dati personali raccolti e gestiti, anche per impedire una profilazione dei consumi.
Garante contro fake news: mai ostacolato lotta all’evasione
Intanto, in una nota il Garante Privacy sottolinea che “non ha mai ostacolato la lotta all’evasione fiscale. E quella che si legge da giorni su diverse testate non è altro che un’intollerabile fake news”.
“Quest’idea del tutto falsa – che si rincorre, da un notista all’altro – è frutto di palese ignoranza dei provvedimenti adottati dal Garante, i quali hanno invece assicurato un contributo determinante per migliorare l’efficacia delle verifiche fiscali”.
Sin dal novembre 2012, infatti, l’Autorità ha autorizzato le comunicazioni degli operatori finanziari all’Archivio dei rapporti finanziari, secondo le modalità proposte dall’Agenzia delle entrate. Sono state prescritte le misure per proteggere il patrimonio informativo dell’Agenzia da rischi di dispersioni, attacchi informatici, manipolazioni. Il Garante ha inoltre indicato le modalità per realizzare la profilazione del rischio fiscale individuale – prevista peraltro dalla legge – su criteri di calcolo affidabili, in modo tale che si potessero selezionare effettivamente potenziali evasori e non invece soggetti in piena regola con gli obblighi fiscali.
Tutt’altro che ostacolare, dunque. Il Garante Privacy ha semmai supportato la lotta all’evasione fiscale: basterebbe documentarsi”.
Il Governo studia bonus in due fasce
Sul fronte degli incentivi ai pagamenti con carta, il Governo sta studiando alcune ipotesi per abbassare le commissioni di esercenti e consumatori per incentivare l’utilizzo di carte di debito e di credito. Secondo il Sole 24 Ore, l’Antitrust sarà chiamata ad esprimere un parere preventivo sulle ipotesi di incentivo che dovrebbero riguardare la prima fascia dei micropagamenti fino a 5 euro e la seconda fascia dei pagamenti fra 5 euro e 24,99 euro.
Il viceministro all’Economia, Laura Castelli, ha confermato in una intervista a Radio Anch’io: “Stiamo studiando il meccanismo. Ci sono diverse misure. Quello che bisogna cambiare è l’esperienza del consumatore che deve scegliere come fare: se pagare con carta o con i contanti”.
Fra le ipotesi in campo anche la carta unica di identità e pagamento, molto simile alla card del reddito di cittadinanza, per chi non ha un conto corrente bancario e vuole usufruire del rimborso mensile previsto per l’uso dei pagamenti elettronici. Ma tutto è ancora da studiare.