Pirateria: discussione alla Camera sull’emendamento Fava. Si allunga la lista degli oppositori

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Sull’emendamento spaccatura di Confindustria.

Italia


Gianni Fava

La Camera dei deputati dovrebbe votare oggi il controverso emendamento alla Legge Comunitaria presentato dal leghista Gianni Fava che, se approvato, avrebbe gravi ripercussioni sulla libertà di internet.

Una serie di contro-emendamenti, alcuni presentati anche dal Pdl, dovrebbero bloccare il provvedimento che introdurrebbe la facoltà per “qualunque soggetto interessato”, e non solo per l’autorità pubblica, di richiedere a un fornitore di servizi internet la rimozione di contenuti pubblicati online e ritenuti illeciti dallo stesso soggetto richiedente.

 

L’allarme è stato lanciato da alcuni giuristi esperti del mondo informatico e da uno schieramento politico bipartisan che il 24 gennaio si sono incontrati a Montecitorio alla conferenza stampa ‘Contro il Bavaglio al Web’, organizzato dalle associazioni Libertiamo, Il Futurista, Articolo 21 e Agorà Digitale.

Presenti Beppe Giulietti, Flavia Perina (Fli), Benedetto Della Vedova (Fli), Marco Beltrandi (Radicali), Roberto Rao (Udc), Paolo Gentiloni (Pd), Stefano Pedica (Idv), Gianni Vernetti (Api) e Antonio Palmieri del Pdl.

 

Confindustria Digitale in una lettera ha chiesto alla Camera dei Deputati di sopprimere l’emendamento mettendo in guardia il Parlamento sulle conseguenze depressive che la norma avrebbe sul nascente mercato dell’eCommerce in Italia e in genere sulle opportunità di sviluppo che offre il web.

Si legge, infatti, nella lettera che giacché la norma consente di ritenere i fornitori di servizi responsabili della condotta dei propri clienti, per evitare tale eventualità “gli operatori dovrebbero sostanzialmente mettere in atto un inaccettabile controllo dei contenuti che passano sulle reti, conducendo di fatto a un sistema di censura preventiva, che oltre a ledere i diritti dei cittadini, metterebbe in serio pericolo gli investimenti industriali nel settore dell’informazione online e della commercializzazione di contenuti “.

 

Diversa invece la posizione di Confindustria Cultura Italia per la quale l’emendamento in questione è ‘un atto dovuto’.

“La ratio dell’articolo 18 della Comunitaria è quella di agevolare la cooperazione dei soggetti su internet al fine di contrastare la pirateria e la contraffazione. La norma sana un vizio della nostra legislazione, facendo seguito alla sentenza della Corte di Giustizia UE (caso L’Oreal vs E-Bay – C-324/09) a cui l’Italia deve attenersi”.

 

E sono inoltre più di 400 i blogger, le associazioni, i giornalisti e gli imprenditori che hanno inviato una mail a tutti i deputati per chiedere che oggi venga abrogata la norma proposta da Fava.

“Le chiediamo di apporre la sua firma su tali emendamenti o quantomeno su alcuni di essi, per dare forza alla richiesta di abrogazione in modo che sia chiaro che la difesa del web, non come luogo di assenza di regole, ma come risorsa anche per l’informazione è condivisa da tutti gli schieramenti politici“, si legge nella lettera promossa dall’Associazione Agorà Digitale. Nel testo si chiede anche un sostegno ad un emendamento presentato da Marco Beltrandi (Radicali) “che potrebbe non solo sventare gli esiti nefasti dell’emendamento Fava ma anche chiarire la situazione rispetto ad interpretazioni date dalla più recente giurisprudenza di merito che non sono lontane dal senso dell’emendamento Fava”. 

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