La web tax europea non scatterà né quest’anno né il prossimo. Ancora una volta l’Ue a vuole attendere prima un accordo a livello globale, in caso contrario proporrà l’imposta nella versione europea. Ad annunciarlo è stato Paolo Gentiloni, commissario europeo agli Affari economici e monetari, nell’intervista rilasciata al direttore de La Stampa: “Il mio primo compito sarà di verificare la possibilità di una Web tax in ambito Ocse/G20, ovvero globale, che sarebbe la soluzione più efficace”, ha detto Gentiloni. “La Commissione cercherà di raggiungere questa intesa entro il 2020”, ha aggiunto, “ma se non sarà possibile allora la missione sarà di proporre una Web tax europea”. Un’imposta sulla quale il neocommissario europeo agli Affari economici e monetari ha già espresso un parere favorevole quando era presidente del Consiglio. Ecco le sue parole durante il Digital Summit a Tallinn in Estonia, il 29 novembre 2017.
Gentiloni lancia un ultimatum all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e ai i leader e ai ministri delle finanze del G20: “non abbiamo preclusioni su una tassazione dei giganti del web a livello globale ma non siamo disponibili, in sua assenza, a non decidere come Ue. Viste le dimensioni del mercato, una Web tax europea sarebbe di valore rilevante”.
Il ministro Francesco Boccia, primo ideatore della web tax in Italia: “Assegnare una partiva IVA agli Ott”
Prima di attendere una versione europea (al momento è in vigore solo in Francia con un prelievo del 3%, e in Ungheria da luglio 2017 con una tassa sulla pubblicità online ma solo in lingua magiara) o globale della web tax , cosa si potrebbe fare il prima possibile per iniziare a ridurre le disparità fiscali tra imprese tradizionali e multinazionali del web? Una proposta arriva dal primo ideatore della tassazione ai giganti della Rete in Italia, Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, ha detto al Sole24Ore: “L’urgenza è recuperare l’Iva, da qui la mia proposta, ora e allora, di assegnare una partita Iva ad ogni operatore presente in Italia. Altrimenti salta la simmetria, cioè l’equità, rispetto alle altre aziende che pagano le imposte indirette”.
Gentiloni: “L’Europa non può essere una colonia di multinazionali di altre Nazioni”
Infine ritornando a Gentiloni, il commissario ha posto l’attenzione su un altro grande obiettivo della nuova Commissione, la competitività europea su digitale ed innovazione. ““Accanto all’European Green Deal”, ha spiegato, “l’altro grande obiettivo della nuova Commissione sarà la competitività europea su digitale ed innovazione. Ogni commissario porterà il proprio contributo a queste due priorità. Quello all’Economia, ad esempio, occupandosi di tasse e investimenti farà la sua parte”. Quindi l’ex premier ha indicato all’Europa anche la strada da seguire per cercare di essere protagonista della rivoluzione digitale. “L’Europa non può essere una colonia di multinazionali di altre nazioni. E per essere competitivi servono grandi investimenti su educazione, formazione, ricerca ed atenei di eccellenza”.