Pirateria: la Guardia di Finanza mette i sigilli ai siti di streaming scaricolibero.com e filmgratis.tv

di Raffaella Natale |

I siti sono stati oscurati questa mattina per ordine del Tribunale di Parma con l'accusa di ricettazione.

Italia


Scaricolibero.com

Nuova operazione antipirateria in Italia. Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ha messo sotto sequestro i sitiscaricolibero.com e filmgratis.tv.

Duro colpo per gli appassionati dello streaming illegale, soprattutto dopo che l’Fbi ha chiuso il sito Magaupload, uno dei più grandi archivi online di film, musica e software, e arrestato il suo ideatore Kim Dotcom (Leggi Articolo Key4biz).

Questa mattina, i militari delle Fiamme Gialle del Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi, hanno oscurato, per ordine del Tribunale di Parma con l’accusa di ricettazione, i siti italiani che operavano in violazione delle leggi sul diritto d’autore.

Tramite scaricolibero.com e filmgratis.tv era ancora possibile, appoggiandosi ad archivi e link esterni, scaricare o vedere immediatamente film, alcuni dei quali ancora presenti nelle sale cinematografiche.

 

La pirateria resta al centro della discussione europea, in vista della direttiva sul copyright enforcement e della ratifica dell’ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement), sul quale si sta registrando una forte protesta.

Le rassicurazioni della Commissione Ue che garantisce che il Trattato non prevedrà norme contro i singoli individui responsabili di downloading illegale (Leggi Articolo Key4biz) non sono valse a fermare la Bulgaria.
Il consiglio dei ministri bulgaro ha assunto oggi la posizione del primo ministro Boiko Borisov, che ha deciso di bloccare la ratifica del contestato Accordo. Lo scrive l’agenzia di stampa Novinite.
Già ieri il ministro dell’Economia Traicho Traikov aveva annunciato l’intenzione di congelare la ratifica dell’accordo. Il ministro aveva anche messo a disposizione il suo incarico per aver partecipato all’accordo.
Borisov ha detto di assumersi completamente la responsabilità di fermare l’Acta. “Non posso accettare che lui s’assuma la responsabilità dell’Acta”, ha affermato il capo del governo, che ha accusato il precedente governo a guida socialista e l’ex primo ministro Sergei Stanishev di aver negoziato l’Acta. “La legislazione bulgara sulla pirateria internet e sulla protezione del copyright – ha detto ancora il premier – è stretta a sufficienza e non ha bisogno dell’Acta“.

Un passo indietro dopo le accuse dei manifestanti che hanno accusato le autorità di aver firmato il documento senza consultazioni con l’opinione pubblica.

 

Negoziato tra Ue, Stati Uniti, Giappone, Canada, Nuova Zelanda, Australia, Singapore, Corea del Sud, Marocco, Messico e Svizzera, l’ACTA è dedicato alla protezione della proprietà intellettuale su beni, servizi e prodotti immateriali, dalle medicine fino al downloading illegale dalla rete.

Il Trattato garantisce che il livello di protezione della proprietà intellettuale nell’Ue, già molto elevato, diventi globale proteggendo in questo modo i posti di lavoro in Europa. Poiché l’Europa perde ogni anno più di 8 miliardi di euro a causa delle merci contraffatte che invadono il nostro mercato.

 

“Se uno dei principali negoziatori dovesse recedere dall’ACTA, si avrebbe un grave impatto“, hanno spiegato dalla Ue. In altre parole, se uno dei Paesi della Ue o il Parlamento europeo dovessero rigettarlo, l’ACTA sarebbe morto.

 

La Commissione Ue ha riconosciuto d’aver ‘tardato’ a comunicare i contenuti di questo Accordo e aver lasciato che si diffondesse l’idea, specie tra i giovani, che l’ACTA sia uno strumento di repressione.

I negoziatori hanno anche ammesso che nel corso delle trattative s’era ventilata la possibilità, ‘immediatamente respinta’, di introdurre un sistema di risposta graduale per contrastare la pirateria online simile a quello della Francia con la Legge Hadopi.

Probabilmente, hanno confessato, “l’enorme confusione deriva proprio da questo”.

Non c’è mai stata l’intenzione di intraprendere il cammino della Francia. Questa disposizione ha prodotto divisioni all’interno dell’Unione europea e non vale neanche la pena parlarne“, ha assicurato la Commissione.

“L’ACTA non impone il sistema Hadopi, ma non lo vieta”, hanno tuttavia riconosciuto i negoziatori europei.

 

Ma le disposizioni previste dall’ACTA “non riguardano il file-sharing tra singoli individui” e “non impongono agli Isp di diventare i controllori di internet in Europa“, ha sottolineato la Commissione.

“Le infrazioni della proprietà intellettuale non vengono considerate a meno che non abbiano la dimensione di attività commerciale come il caso, per esempio, di un sito che vende file con pubblicità ricavandone un profitto”.

 

Per maggiori informazioni:

ACTA (versione italiana)

Documento della Commissione Ue su ACTA in italiano

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