In questi giorni le cronache rimandano notizie allarmanti sulle esplosioni dello Stromboli, diffondendo immagini delle effusioni piroclastiche e descrizioni di “panico tra turisti e popolazione”, “fughe dall’isola” dando la sensazione di un immane disastro.
Sapendo che il Prof. Alberto Contri, docente di Comunicazione Sociale alla Iulm di Milano, era nella sua casa di Stromboli, lo abbiamo raggiunto per chiedergli qualche commento sulla copertura mediatica dell’evento.
Alberto Contri. Il boato del 28 agosto è stato davvero impressionante, così come l’enorme nube di cenere e sabbia che si è riversata sul paese, insieme agli incendi che i sono sviluppati nella macchia vicino alla sommità del vulcano.
Key4biz. Non ha pensato di andarsene subito?
Alberto Contri. Ma no. Vengo qui da quarant’anni, Eventi così grandi non li avevo mai visti, mentre abbiamo avuto grandi colate di lava e anche grandi incendi. Ma se si rispettano le norme di sicurezza della Protezione Civile, si è sicuri di non incorrere in guai gravi.
Key4biz. Ha fatto molta impressione il video diffuso da Repubblica di una barca a vela che fuggiva inseguita dall’enorme nube piroclastica che la inseguiva sul mare.
Alberto Contri. Quel video sembra una scena di un film della serie “Disaster& Desolation” ma dimostra solo la colossale imprudenza di un velista che ha violato il divieto della Guardia Costiera di avvicinarsi entro un miglio dalla sciara, così si chiama la discesa lungo la quale da sempre scendono pietre, lapilli, lava, sabbia e cenere. Fosse stato oltre un miglio, non avrebbe corso nessun rischio. E’ stato pure fortunato che non gli è andato in panne il motore, altrimenti quel video non l’avremmo mai visto. Un vulcano è pur sempre un vulcano, ma la gente se ne infischia di avvisi e divieti, e poi magari strilla come quell’altro imbecille, un abitante di Ginostra intervistato di continuo da giornali e tv, che si è lamentato dell’assenza dello Stato.
Key4biz. Secondo lei lo Stato è intervenuto adeguatamente in questa occasione?
Alberto Contri. Assolutamente sì. Innanzitutto entro un solo minuto hanno suonato le sirene, mentre nello stesso lasso di tempo sulle spiagge si sono materializzati i volontari della Protezione Civile che a Stromboli sono sempre all’erta, che con fischietti e richiami hanno spinto i bagnanti a salire in alto per allontanarsi dal mare per evitare le conseguenze di un eventuale tsunami. I turisti concentrati sulla piazza di S. Vincenzo sono poi stati invitati ad entrare in chiesa per proteggersi dalla pioggia di sabbia e cenere, che è durata circa dieci minuti. Non c’è stata alcuna scena di panico come è stato detto, ma proprio nessuna. Poi, a proposito dell’intervento delle istituzioni, va detto che: 1) entro meno di due ore sono arrivati due Canadair che lavorando ininterrottamente sino al tramonto hanno spento tutti i focolai accesi dai lapilli nella macchia in alto, con vere e proprie acrobazie lungo le pendici del vulcano. 2) Dei 145 presenti a Ginostra, la frazione in cui c’era stato un morto durante l’evento del 3 luglio, ma che questa volta è stata appena sfiorata dalla pioggia di cenere, 96 sono stati immediatamente trasportati a Lipari e ospitati in alberghi a spese dell’amministrazione fino a cessato allarme. Mentre l’individuo di cui sopra si è poi pure lamentato con i giornalisti che nessuno è intervenuto a pulire i tetti delle case. Ma si può? Vorrei aggiungere che se uno ha deciso di vivere in una frazione così isolata, dovrebbe almeno ringraziare che dopo lo tsunami del 2002 sono stati spesi miliardi per costruire un molo per poter mettere in sicurezza i pochi turisti e abitanti del paesino abbarbicato sulla montagna. Tutti i residenti di Stromboli paese invece, che questa volta ha subito i maggiori effetti della nube piroclastica, si sono messi al lavoro per togliere la coltre di sabbia e cenere da tetti e terrazzi. 3) Entro 24 ore, tutte le strade erano state ripulite a cura dell’amministrazione. 4) Una nave da trasporto della Guardia Costiera da subito stazionava vicino al porto, pronta ad intervenire in caso di improvvisa evacuazione. 5) Un’ordinanza del sindaco ha vietato fino a domenica l’attracco ai barconi che rovesciano – questa è una vara piaga mai risolta – diverse migliaia di gitanti giornalieri sull’isola. Il sindaco ha spiegato che ci vuole una norma “superiore” ai suoi poteri per contingentare l’arrivo di una simile massa del tutto incontrollabile. Ma di questo nessun giornalista ha parlato. 6) Ieri è stata convocata a cura del sindaco una riunione nel grande anfiteatro dell’Hotel la Sirenetta, per informare tutti i presenti sull’isola dello stato delle cose, con chiari interventi di rappresentanti della Protezione Civile e dell’INGV di Catania.
Key4biz. Cosa si è appreso?
Alberto Contri. Che nonostante l’allerta sia arancione, il vulcano pare essersi acquietato, ma che si è al sicuro solo se si rispettano i divieti e le indicazioni diramate dagli enti preposti. Mentre ancora ieri sera due sciagurati sono stati acchiappati dalle guide mentre salivano ugualmente vicino alle bocche (adeguatamente redarguiti e sonoramente multati). Inoltre è stato ricordato che le modalità con cui il vulcano si è sfogato negli ultimi decenni non è la normalità, in quanto in passato ci sono stati eventi molto più turbolenti: ciononostante tutti i vecchi del paese sono ancora qui a raccontarlo. L’invito è stato quindi quello di prendere maggiore coscienza di cosa sia l’unico vulcano esplosivo d’Europa, che deve però la sua limitata pericolosità al fatto di essere pervio e libero di far uscire i gas che si accumulano sotto la lava, e che in questo periodo sono di entità maggiore del solito, in quanto in tutto il mediterraneo – e non solo – ci sono grandi movimenti sotterranei, pure con continui terremoti. Ci sarebbe da preoccuparsi molto di più di Pozzuoli.
Key4biz. Complessivamente come giudica l’operato dei mass media?
Alberto Contri. Questo è un punto davvero dolente. Mi sembra che a giornali e tv non sia parso vero di poter caricare le tinte di un evento molto rilevante e spettacolare, ma che alla fin fine non ha prodotto nessun danno. Mentre un danno grave all’economia delle Eolie è stato fatto grazie all’insulso allarmismo diffuso pur di fare un po’ di sensazione. Personalmente sono stato sommerso di telefonate e post sui social per chiedermi se ero sano e salvo! Nel dare retta ad un imbecille che si è lamentato, si è poi del tutto ignorato di rendere conto dell’ottimo lavoro coordinato dalla Protezione Civile con Pompieri, Carabinieri, Guardia Costiera, Vulcanologi, Volontari che, lo ripeto, a Stromboli sono particolarmente organizzati ed efficienti. Ma si sa, come diceva Enzo Biagi, il bene non fa storia.