Stati Uniti
Il caso degli utenti iPhone monitorati da Google attraverso il browser Safari (leggi articolo Key4biz) arriva alla Federal Trade Commission: tre membri del Congresso Usa – Edward J. Markey (D., Mass.), Joe Barton (R., Texas) e Cliff Stearns (R., Fla.) – hanno infatti chiesto all’agenzia di indagare per appurare se la società abbia violato i termini dell’accordo siglato lo scorso anno, con il quale si era impegnata ad adottare un ampio e rigido programma per migliorare la tutela dei dati sensibili degli utenti (Leggi articolo Key4biz).
Se così fosse, la ‘leggerezza’ potrebbe costare caro al gigante della ricerca online: ogni violazione dell’accordo implica infatti una sanzione pecuniaria fino a 16 mila dollari al giorno.
“Le procedure messe in atto da Google potrebbero avere un impatto enorme, perchè Safari è utilizzato da milioni di americani”, hanno affermato i tre membri del Congresso, che non sono i soli ad aver chiesto spiegazioni alla FTC: almeno due associazioni dei consumatori hanno chiesto all’agenzia di indagare sul comportamento della società, che ha monitorato le abitudini degli utenti Safari anche se questi pensavano di aver bloccato questo tipo di controllo. Al centro dei ricorsi, il fatto che, fino a poco tempo fa, la pagina del motore di ricerca su Safari – il browser utilizzato dagli utenti Apple – informava gli utenti della possibilità di utilizzare le impostazioni del browser per evitare il monitoraggio da parte di Google.
In base ai termini dell’accordo siglato con la FTC, infatti, Google si impegnava a “non distorcere le pratiche sulla privacy agli utenti”.
Ma di fatto, ha spiegato John Simpson di Consumer Watchdog, “Google ha mentito agli utenti facendo loro credere che avevano il controllo sui dati quando in realtà poi aggirava le loro preferenze”.
Anche l’Electronic Privacy Information Center (EPIC) – che già aveva chiesto alla FTC di indagare sulle nuove policy sulla privacy che entreranno in vigore da marzo (Leggi articolo Key4biz) – ha mosso accuse simili.
“Stiamo provvedendo a rispondere a tutte le preoccupazioni suscitate dal caso e saremo felici di replicare a tutte le domande dei legislatori e di altri“, ha affermato il portavoce di Google, Chris Gaither.