Un nuovo ambiente digitale, costituito da realtà virtuale (VR), realtà aumentata (AR) e una vasta gamma di strumenti immersivi, costituisce quella che tecnicamente è definita “Extended Reality”. Un potenziale straordinario di benefici economici, sociali e industriali che secondo il Report di Accenture, “Waking Up to a New Reality: Building a Responsible Future for Immersive Technologies”, che darà vita ad un mercato mondiale da 8 miliardi di dollari, per una crescita annua (Carg) stimata attorno al 46%.
L’Extended Reality (ER) stia già contribuendo attivamente alla creazione di valore in molteplici settori, non limitandosi più a caratterizzare mercati come il gaming e l’intrattenimento, configurandosi come elemento di rilievo nella costruzione dell’esperienza del cliente e come mezzo utile per aumentare la produttività della forza lavoro e fornire formazione.
La nuova realtà digitale, ad esempio, può secondo lo studio contribuire all’educazione di bambini e ragazzi, “accompagnandoli in luoghi che non hanno mai visto, fornendo terapie per persone con disabilità fisiche o psicologiche e aiutando gli operatori sanitari ad apprendere nuove competenze”.
Secondo altre stime, come quelle di IDC, tale tecnologia arriverà a valere tre volte tanto entro il 2023, raggiungendo i 121 miliardi di dollari. Al contempo l’indagine condotta da Accenture mostra che il numero di domande di brevetto per AR e VR è quasi quintuplicato tra il 2014 e il 2016, superando le 6.000 richieste, mentre nello stesso periodo i finanziamenti per le startup sono cresciuti del 237%.
L’XR aumenterà anche il valore dei lavoratori, oltre che la loro produttività, mediante il rapporto di collaborazione instaurato tra uomo-macchina.
In media, sì legge nel Report, il 21% dell’orario di lavoro potrebbe potenzialmente essere incrementato dall’uso di XR, raggiungendo oltre il 30% nell’ambito dei servizi sanitari e sociali, nella produzione e nell’edilizia.
Per sfruttare a pieno i vantaggi dell’Extended Reality, però, è necessario pianificare e promuovere strategie efficaci di lunga durata, in qualche modo strutturali, che contengano piani per l’adozione di una cultura della responsabilità sin dalle prime fasi di progettazione di servizi e prodotti che utilizzano l’XR, per essere in grado di tenere il passo con l’andamento rapido dell’innovazione; definire un ecosistema di partner con cui lavorare, come neuroscienziati, esperti di salute mentale, sociologi e teorici del comportamento e infine, destinare gli investimenti XR al miglioramento della produttività, della formazione e della creatività dei lavoratori.
Il documento Accenture suggerisce anche alcune iniziative ai decisori politici, che possono essere messe in atto sin da ora, tra cui: “garantire un accesso inclusivo e a prezzi accessibili a questa tecnologia ampliando nuove e potenti infrastrutture (come le reti 5G) al fine di rendere le esperienze di XR disponibili e a prezzi adeguati, in particolare per la fornitura di servizi sanitari, educativi e sociali. Incentivare innovatori e attività imprenditoriali a livello locale, consentendo alle piccole imprese non solo di utilizzare gli strumenti e le esperienze offerte dall’XR, ma anche di partecipare al loro sviluppo, garantendo soluzioni rilevanti”.
I rischi.
Lo studio evidenzia anche dei possibili rischi, legati all’adozione di queste tecnologie, tra cui quattro principalmente: utilizzo improprio dei dati personali; minacce alla cybersecurity; esperienze virtuali; comportamento antisociale.
Per il primo punto, i dati personali, l’XR potrebbe esporre i sentimenti, i comportamenti e le informazioni sensibili del singolo ai giudizi, al furto e alla manipolazione, in misura esponenzialmente maggiore rispetto a quella esercitata dai social media che tutti noi conosciamo.
In termini di sicurezza, non solo gli avatar potrebbero essere utilizzati per creare nuove forme di criminalità legata all’identità, ma alcuni compiti di importanza cruciale, come la chirurgia, che diventano dipendenti da tecnologie immersive, potrebbero essere a rischio di estorsione.
Quando si vive un’esperienza virtuale, come quella proposta dalla tecnologia XR, diventa più difficile distinguere la realtà dalla finzione, rendendo più semplice influenzare profondamente comportamenti, opinioni e decisioni.
Infine, a preoccupare è anche il comportamento antisociale dei cosiddetti troll, ovvero identità artificiose, che potrebbero passare dall’intimidire con le parole, come accade attualmente sui social media, all’intimidire fisicamente le persone in un mondo virtuale tramite gli avatar.