Telco Vs OTT. Franco Bernabè (Telecom Italia) al FT: ‘Serve maggiore cooperazione e regole che rispettino tutti’

di Alessandra Talarico |

La proliferazione degli smartphone sta creando non pochi problemi agli operatori, che chiedono la collaborazione dei player ‘Over-the-Top’ in vista del necessario aggiornamento delle reti, che dovranno sostenere un traffico dati in continuo aumento.

Europa


Franco Bernabè

I cellulari intelligenti sono sempre più usati per accedere a internet: nel mondo si contano ormai circa 1 miliardo di connessioni mobili a banda larga, il che vuol dire che circa un settimo della popolazione mondiale usa uno smartphone o un altro dispositivo connesso per navigare il web.

Il numero di abbonati alla telefonia mobile nel quarto trimestre del 2011 ha raggiunto i 4,1 miliardi, il che significa che il 60% della popolazione mondiale ha almeno una sottoscrizione mobile.

Il traffico dati è raddoppiato in un anno, mentre la crescita dal secondo al terzo trimestre 2011 si attesta intorno al 18%.

Sul totale dei cellulari venduti nel 2011, il 30% è costituito da smartphone – contro il 20% del 2010 – ed è stato stimato, quindi, che entro il 2015 le connessioni mobili a banda larga saranno 2,5 miliardi: numeri impressionanti per un mercato che 10 anni fa neanche esisteva.

 

La proliferazione degli smartphone sta tuttavia creando non pochi problemi agli operatori mobili, che chiedono la collaborazione dei player cosiddetti ‘Over-the-Top’ in vista del necessario aggiornamento delle reti, che dovranno sostenere un traffico dati in continuo aumento.

Lo ha ribadito anche Franco Bernabè – presidente di Telecom Italia e dell’associazione GSMA – che, dalle pagine del Financial Times ha affermato: “La proliferazione degli smartphone ha creato problemi che dobbiamo affrontare. Abbiamo bisogno di cooperazione dal punto di vista tecnico e di regole che siano rispettose di tutti”.

 

Oltre alla diffusione della banda larga mobile che – ha detto Bernabè – presto sarà utilizzata “dalla metà della popolazione mondiale”, bisogna tenere conto dell’aumento della macchine e dei servizi connessi a internet: “tutto sarà connesso”, ha aggiunto, citando le applicazioni in ambito sanitario (come gli strumenti di diagnosi remota), dell’istruzione (le lezioni in videoconferenza), dei trasporti (i sistemi di entertainment integrati nelle auto).

 

Gli operatori, che devono affrontare pesanti investimenti per sostenere tutto questo traffico, però, non registreranno un aumento dei ricavi come quello garantito dai servizi voce negli anni passati e stanno perciò cercando la collaborazione degli OTT – come Apple, Facebook e Google – che coi loro servizi sono alla base dell’impennata nell’uso della banda larga mobile.

 

Secondo i calcoli della GSMA, per aggiornare le reti – anche attraverso l’acquisto di ulteriori risorse frequenziali – e supportare la domanda di connettività, nei prossimi 4 anni saranno necessari investimenti per circa 600 miliardi di euro.

Una cifra enorme, ma alla portata “di un’industria che genera ricavi annuali per 1.200 miliardi di euro”, sottolinea il quotidiano della City.

 

Come uscire, dunque, dall’empasse?

Per Bernabè, parte della soluzione deve venire dai governi che “estraggono valore dal’industria” attraverso le aste dello spettro e le tasse: “Sto sostenendo – ha detto ancora il presidente Telecom – una regolamentazione più leggera o almeno vorrei che si capisse che l’industria non è più la vacca da mungere che era un tempo”.

Certo, le aziende di settore hanno anche altre vie per recuperare redditività: tra queste la creazione di nuovi servizi quali i sistemi di pagamento mobile NFC che trasformano il cellulare in uno strumento di pagamento, ma potrebbero volerci anni prima che il mercato diventi veramente redditizio.

 

Tutti questi temi saranno al centro del prossimo Mobile World Congress, che aprirà i battenti a Barcellona il 27 febbraio e che dovrebbe attrarre oltre 60 mila visitatori.

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