Frequenze Tv: USA avanti spediti con l’asta per le reti wireless

di Cinzia Guadagnuolo |

Ci sono già le linee guide per procedere. E in Italia? Oggi il PD ne discute nella sede del partito

Stati Uniti


Barack Obama

Il Congresso americano va avanti con l’asta per le frequenze. La FCC (Federal Trade Commission) è stata autorizzata a procedere in seguito alle pressioni degli operatori wireless per ottenere porzioni di spettro liberate dal  passaggio dalla televisione analogica a quella digitale.

Da una parte ci sono gli operatori, alla disperata ricerca di modi per risolvere le criticità di copertura e di capacità, dal momento che si intensifica a ritmo vertiginoso la domanda di traffico di dati mobili a banda larga. Dall’altra c’è il Congresso che, come abbiamo già avuto modo di raccontare (Leggi Articolo Key4biz) punta a racimolare 25 miliardi di dollari per finanziare il piano da 150 miliardi di dollari volto a estendere gli sgravi fiscali e i benefit ai disoccupati. Mica poco, in tempo di vacche magre. Inoltre Obama, in questo modo, dimostra di muovere un altro importante step verso quella rivoluzione Internet in cui ha creduto dalla prima ora. Per risollevare le sorti dell’economia, naturalmente, puntando sempre più sulla competitività delle imprese Usa. Passano in secondo piano, a questo punto, gli interessi legati alla televisione.

 

Tornando all’asta, gli associati locali, nelle scorse settimane, hanno mostrato preoccupazione in merito allo spettro che si sta ancora utilizzando in alcune aree, che viene rivenduto a meno del valore di mercato. Tuttavia, dopo una discussione controversa tra i soggetti che rappresentano le emittenti locali free-to-air, come la National Association of Broadcasters (NAB), e la comunità degli operatori wireless, è stato raggiunto un compromesso. Le disposizioni d’asta permetteranno alla FCC di vendere lo spettro di trasmissione solo sotto linee guida molto specifiche.

Una di queste linee guida evita che le emittenti televisive siano costrette a ricollocarsi in una posizione diversa sulla banda. Inoltre, sarà avviata un’asta inversa per determinare il giusto valore di mercato per le onde radio delle stazioni locali che decidono di vendere.

 

Lo studio legale David Wright Tremaine LLP (studio che rappresenta clienti in Cina e negli Stati Uniti) ha spiegato in un blog come l’asta inversa funzionerebbe. “La FCC dovrà effettuare due serie di aste; l’asta inversa per determinare quanto una stazione sarà disposta a prendere per abbandonare lo spettro che può essere utilizzato per il wireless, e un’asta ‘forward’ in merito a quanto gli operatori wireless pagheranno lo spettro“, ha scritto lo studio. “L’asta inversa sarà possibile solo se vi è più di un’emittente in una particolare area che cerca di rinunciare a una porzione di spettro. Presumibilmente per capire chi è disposto a rinunciare al prezzo minore“.

 

E in Italia? Bocciato l’emendamento di Italia dei Valori sull’asta per le frequenze televisive e sospeso per 90 giorni il beauty contest, la situazione rimane, concretamente, ancora in fase di stallo. Oggi pomeriggio a Roma il Partito Democratico ne discute in un forum per la riforma radiotv “TV e internet, la grande sfida”, presso la sede nazionale di via Sant’Andrea delle Fratte, con il supporto dei broadcaster, dell’Agcom (Nicola D’Angelo) e del vice segretario del Pd Enrico Letta. L’onorevole Paolo Gentiloni ha proposto da tempo di togliere frequenze a Rai e Mediaset invece che alle locali. Pdl e Udc, naturalmente, hanno posizioni diverse. 

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