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Blogger arrestati arbitrariamente e troppe limitazioni a internet. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navi Pillay, ha espresso la propria preoccupazione per quanto sta avvenendo i molti Paesi del mondo. Troppi.
Grazie alla rete, ha sottolineato, “gli Stati non hanno più il monopolio dell’informazione. Abbiamo visto come tante persone coraggiose usano internet per rivendicare i loro diritti“, ha detto Pillay, in occasione di una riunione del Consiglio sulla libertà di espressione online.
Tuttavia la Pillay s’è detta “preoccupata” dal fatto che “alcuni siti continuino ad essere bloccati in diversi Paesi in modo permanente o (…) per alcuni periodi a causa di motivi politici”.
L’Alto Commissario ha inoltre lamentato che alcuni blogger e sostenitori dei diritti umani che esercitano legittimamente il loro diritto alla libertà d’espressione continuino ad essere arrestati arbitrariamente, torturati e condannati ingiustamente, usando come pretesto interessi di sicurezza nazionale o di lotta al terrorismo.
La Pillay ha anche raccomandato che venga effettuata una stima sull’impatto che alcune policy in materia di internet hanno sui diritti umani. L’Alto Commissario ha giudicato fondamentale verificare che tutte le misure che tendono a restringere l’accesso ai contenuti online vengano scrupolosamente analizzate, in modo da evitare eccessi o abusi.
La maggior parte dei Paesi del Consiglio sono stati d’accordo nel ritenere la censura gravissima, così come le questioni legate alle dichiarazioni di odio o ai fenomeni come la pedopornografia che spesso dominano la rete, specie attraverso i social media.
L’Alto Commissario s’è detto convinto che bisogna assicurare a tutti gli utenti la possibilità di navigare su internet in sicurezza, visto che internet viene usato anche per fini illegali, a volte con scopi criminali, e non sempre è possibile verificare la veridicità dei contenuti disponibili.