Formazione economica, scientifica e tecnologica da sole non bastano per fornire ai leader quella capacità di prendere decisioni e scegliere il miglior orientamento ai risultati nel più breve tempo possibile. L’economia digitale è tempo reale, istante e rapidità dei processi, qualsiasi essi siano.
Secondo uno studio Accenture Strategy, intitolato “Whole-Brain Leadership: The New Rules of Engagement for the C-suite”, ai manager di oggi mancano alcune abilità di base, come empatia, intuizione, interpretazione emotiva e capacità di essere creativi, tipiche dell’emisfero destro del cervello.
Sono loro stessi a dirlo: “Per il 73% dei top manager italiani queste competenze rappresentano proprio il loro punto debole (a livello globale, secondo il 65% dei leader)”.
“La maggior parte dei manager che compone l’attuale C-suite in Italia (83%, vs l’89% a livello globale) ha una formazione economica, scientifica o tecnologica ed utilizza prevalentemente le funzionalità dell’emisfero sinistro del cervello – tra cui, ad esempio, ragionamento analitico, capacità di prendere decisioni e orientamento ai risultati. Per quanto queste capacità rimangano sempre preziose, i top manager riconoscono la necessità di rafforzare le competenze dell’emisfero destro, per arrivare a un approccio di leadership bilanciato, che integri a tutto tondo abilità analitiche ad una componente empatica ed istintiva”, si legge nel commento all’indagine Accenture.
Al momento, però, soltanto l’8% dei manager nel mondo afferma che l’azienda per cui lavorano è caratterizzata da questo stile di leadership, mentre l’82% di loro la considera una necessita e si aspetta un’evoluzione della propria azienda verso questo approccio nei prossimi tre anni.
“Per avere successo ed essere apprezzati da dipendenti e consumatori, la C-Suite deve far leva sulla propria capacità di innovazione e sull’interpretazione emotiva, riposizionando sé stessi e il brand che guidano in modo da essere grado di anticipare le esigenze del mercato e dei consumatori. Combinare un approccio analitico a uno più empatico-creativo è diventato ormai essenziale: nel mondo,le imprese che hanno messo in pratica uno stile di leadership bilanciato hanno visto, negli ultimi tre anni, una crescita media più alta del 22% per i ricavi e del 34% per i profitti”, ha dichiarato Marco Morchio, Accenture Strategy Lead per l’Italia. “La grande sfida per i manager italiani è quella di evolversi in quest’ottica e riuscire ad adottare un modello operativo caratterizzato da una grande agilità competitiva. È un approccio in linea con le aspettative degli Esploratori italiani: un pubblico altamente influente che i vertici aziendali devono sapere valorizzare tenere in grande considerazione, molto abili nell’utilizzo delle tecnologie digitali e capaci di influenzare l’andamento di un brand sia come consumatori che dipendenti”.
Diversi i motivi che spingono i vertici aziendali ad adottare il nuovo approccio: la rivoluzione tecnologica, le caratteristiche dei mercati in veloce trasformazione e la necessità di coinvolgere dipendenti e consumatori, che sono stakeholder sempre più cruciali nello stimolare le azioni delle imprese e nel determinare la rilevanza e il valore di un brand.
Di seguito alcune azioni suggerite da Accenture per facilitare lo sviluppo e l’adizione del nuovo approccio di leadership bilanciato:
- colmare il gap di competenze empatico-creative, con i vertici aziendali che dovranno trovare un nuovo bilanciamento tra le competenze analitico-scientifiche e quelle creativo-relazionali (i manager sono consapevoli di quanto questo cambiamento sia necessario e 9 manager su 10 stanno già mettendo in atto comportamenti per evolversi);
- evolvere lo stile di leadership tradizionale;
- guidare il cambiamento dell’intera impresa integrando competenze data-led e human-centered a tutti i livelli, per rendere l’impresa più competitiva.