Accesso disaggregato alla rete: Agcom attende le valutazioni Ue ma il confronto resta acceso

di Alessandra Talarico |

Secondo l’Autorità italiana la questione non riguarda il merito delle liberalizzazioni, che non è in discussione, bensì la coerenza dell’assetto istituzionale con il quadro comunitario del settore.

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Continua a tenere banco il dibattito sull’emendamento al decreto liberalizzazioni sulla disaggregazione dei servizi di accesso all’ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia. (Leggi articolo Key4biz)

Se Berec, ETNO e sindacati si sono espressi nettamente contro l’emendamento, stigmatizzando, le prime due una ‘invasione di campo’ da parte del legislatore in un terreno di competenza esclusiva dell’Autorità di settore (così come imposto dalle norme Ue), i secondi paventando la perdita di ulteriori posti di lavori in un momento già difficilissimo per l’occupazione, Stefano Saglia difende invece a spada tratta la misura, sottolineandone la valenza sul fronte della concorrenza e della liberalizzazione del mercato delle tlc.      

 

Saglia (firmatario dell’emendamento insieme all’ex ministro Paolo Romani) ha ribadito la volontà di mantenere la norma anche in Senato meravigliandosi del fatto che l’Agcom si metta di traverso sulla liberalizzazione dell’ultimo miglio” e sottolineando che non esiste il rischio di una procedura d’infrazione contro l’Italia (come presagito invece dal Berec) ma dall’Autorità si puntualizza che “…la questione insorta relativamente all’emendamento sulle tlc inserito nel testo sulle semplificazioni approvato alla Camera non riguarda il merito delle liberalizzazioni, che non è in discussione, bensì la coerenza dell’assetto istituzionale con il quadro comunitario del settore”.

 

“L’emendamento – secondo quanto è trapelato da ambienti dell’Autorità – è sotto questo aspetto all’esame delle competenti sedi comunitarie, delle quali si attendono le valutazioni”.

 

Sostegno all’emendamento è invece arrivato dagli europarlamentari Francesco de Angelis (Pd, membro della commissione industria) e Raffaele Baldassarre (Pdl, commissione mercato interno e tutela dei consumatori), secondo cui la misura, contrariamente da quanto indicato dal Berec e dall’associazione degli ex monopolisti, è in linea con il quadro normativo europeo e intende favorire il rilancio dell’economia italiana sfruttando appieno le potenzialità del settore delle telecomunicazioni.

Anche l’associazione Assoprovider è favorevole all’introduzione dell’obbligo di accesso disaggregato e se la prende col Berec, reo di voler bloccare il processo di liberalizzazione del mercato.

“Viene da chiedersi – sottolinea Assoprovider – se siamo di fronte ad un organismo che per sua naturale predisposizione ha il dovere di tutelare il libero mercato e gli interessi dei cittadini europei oppure ad un nuovo brontosauro occupato a tutelare la propria posizione di potere”.

 

Al di là delle accuse e controaccuse dell’una e dell’altra parte, resta comunque il fatto che sulla questione della competenza in materia di regolamentazione dei mercati nazionali delle telecomunicazioni, si è già espressa la Corte di giustizia europea nel dicembre 2009, sottolineando che questo compito spetta unicamente al regolatore e non al legislatore.

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