Italia
Si chiude positivamente il 2011 di Wind, nonostante un contesto altamente impegnativo, caratterizzato da una forte pressione competitiva e dalla incertezza a livello macroeconomico, ulteriormente complicato da discontinuità regolamentari.
I ricavi totali sono cresciuti dell’1% a 5,57 miliardi di euro trainati dalla crescita dei ricavi da servizi TLC, che mostrano un progresso del 1% a 5,27 miliardi di euro e, in particolare, dalla buona performance registrata nella telefonia fissa e internet che vede i ricavi da servizi aumentare del 3% rispetto al 2010. I ricavi da servizi TLC mobili, al netto del taglio delle tariffe di terminazione mobile, mostrano un aumento organico del 2%. La crescita organica, sottolinea la società guidata da Ossama Bessada in una nota, “ha risentito tuttavia della forte pressione competitiva, caratterizzata da promozioni aggressive in particolare per i clienti in mobile number portability, e delle discontinuità a livello regolamentare”.
Le buone performance, sia nella telefonia mobile che nella telefonia fissa e Internet, risultano quindi “ancor più significative proprio perchè realizzate in un mercato in decrescita”.
L’Ebitda, a fine 2011, è risultato stabile a 2,12 miliardi per effetto combinato della crescita dei ricavi compensata da un aumento dei costi, in particolare per il canone di affitto unbundling pagato all’ex-monopolista, per i costi commerciali a supporto della crescita del business e per un lieve incremento della morosità nella telefonia fissa. L’efficienza della società, continua la nota, è stata aumentata per effetto della strategia “Operational Excellence” definita dalla casa madre VimpelCom e avviata nella seconda parte dell’anno.
La buona performance dell’azienda abbinata a tali attività consentono di raggiungere un margine Ebitda pari al 38,1%.
I clienti mobili hanno segnato una crescita del 5% a quota 21 milioni mentre sono aumentati del 39% i ricavi da Internet mobile, grazie alla crescente diffusione di smartphone e tablet. I ricavi da messaggistica sono risultati in aumento dell’11% mentre i volumi di traffico voce sono cresciuti del 14%.
In flessione, invece, l’Arpu che segna un -6% a 15,6 euro a causa della riduzione delle tariffe di terminazione mobile e della crescente diffusione delle SIM solo dati, destinate ai tablet, PC portatili e dongle USB, che non generano ricavi voce. Da sottolineare, però, la rilevanza sempre maggiore della componente dati che cresce del 9% raggiungendo 3,5 euro, pari al 23% dell’ARPU totale.
Nel segmento telefonia fissa ed Internet, la crescita della base clienti voce si attesta al 5% a 3,14 milioni trainata dall’aumento dei clienti voce diretti, a più alto valore, che salgono del 8% a 2,4 milioni. Nel segmento Broadband Infostrada rafforza ulteriormente la propria quota di mercato con clienti in crescita del 12% a 2,14 milioni. La crescita dei ricavi da servizi di telefonia fissa ed Internet è particolarmente significativa nel segmento consumer che registra un aumento del 7%. Tale performance è parzialmente impattata da una flessione dei ricavi nel segmento corporate. La leggera flessione dei ricavi da servizi voce è più che compensata dalla forte crescita dei ricavi Broadband che mostrano un progresso del 23% rispetto al 2010. L’ARPU totale della telefonia fissa si attesta a 33,2 euro con un declino nella componente voce quasi completamente compensato dall’aumento dell’ARPU dati.
In particolare l’ARPU Broadband registra un trend positivo attestandosi a 19,3 euro, in aumento del 5% rispetto all’anno precedente.
È proseguito, nel corso dell’anno, l’ampliamento della copertura HSDPA volta a garantire performance elevate per il traffico dati in mobilità, per l’ulteriore allargamento della copertura ULL per la rete fissa e per l’incremento della capacità di backhauling necessaria per servire in maniera ottimale l’aumento esponenziale del traffico dati sia fisso che mobile. Tali attività hanno implicato investimenti per 995 milioni di euro, ai quali si è aggiunto l’esborso per l’acquisizione delle frequenze 4G nel terzo trimestre dell’anno: Wind si è aggiudicata 2 blocchi nello spettro degli 800MHz e 4 blocchi nello spettro dei 2.600MHz per una spesa totale pari a circa 1,1 miliardi di euro.
Tali investimenti, conclude la società, “consentiranno di cogliere appieno le opportunità legate alla crescita del traffico dati negli anni a venire”.(a.t.)