Europa
Ogni giorno, oltre 250 milioni di europei, si connettono a internet per lavorare, comunicare, giocare, socializzare. Ma l’economia digitale, cresciuta rapidamente attorno a queste attività, pone nuove sfide ai governi e regolatori.
La rivoluzione digitale sta avendo e avrà, infatti, un impatto su tutto ciò che le persone fanno, dalle scelte di vita per la salute, alla spesa, dall’educazione al modo di comunicare. L’accesso a internet consente ai consumatori di confrontare prodotti e prezzi e fare acquisti oltre frontiera e questo cambierà radicalmente gli attuali business model. Anche il modo di lavorare e giocare sta cambiando drasticamente, con interazioni illimitate e nuovi meccanismi di comunicazione.
Al di là delle notevoli opportunità internet offre in termini di libertà di espressione, sviluppo economico e sociale, trasparenza delle democrazie, la rete è però anche una piattaforma che agevola il fiorire del crimine in vecchie e nuove forme, inclusi delitti orrendi come l’abuso sui minori, e che pone importanti dubbi relativi alla privacy, data l’enorme mole di informazioni che è possibile reperire online.
Quali implicazioni, quindi, questa pervasività avrà sulle nostre vite, i nostri comportamenti, le nostre relazioni sociali?
Per rispondere a queste domande, a marzo del 2011 il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso ha chiesto l’opinione del gruppo europeo sull’etica nella scienza e le nuove tecnologie (EGE), che ha fornito dei suggerimenti per un uso etico delle tecnologie ICT analizzando i diversi sviluppi delle nuove tecnologie – dal data mining al cloud computing e l’internet delle cose – e le implicazioni sul corrente concetto di identità (individuale, sociale e morale), sulla privacy e la sicurezza dei dati personali.
Nelle sue raccomandazioni finali, il gruppo afferma di “riconoscere il potenziale della Digital Agenda europea” e sottolinea la necessità “di promuovere una sua attuazione responsabile, inclusiva e socialmente durevole di questo importante settore strategico”, che però – oltre alle questioni tecnologiche e politiche solleva anche dubbi di natura “filosofica, sociale, legale, etica e psicologica”.
Il gruppo sottolinea, in particolare, l’importanza dei seguenti principi: la dignità umana (che, in base all’Articolo 1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea è inviolabile e deve essere rispettata e tutelata); il rispetto della libertà (che garantisce il diritto alla comunicazione senza censura nell’era digitale); il rispetto della democrazia, cittadinanza e partecipazione (che include una protezione contro l’esclusione ingiustificata e la protezione contro la discriminazione illegale); il rispetto della vita privata (che garantisce il diritto a essere tutelati da indebite interferenze); il rispetto dell’autonomia e del consenso informato (che garantisce il diritto all’informazione e il consenso al trattamento di dati o ad azioni basate sul trattamento dei dati); la giustizia (che garantisce parità di accesso all’ICT e un’equa distribuzione dei profitti); la solidarietà tra i cittadini europei i cui obiettivi comprendono l’inclusione di chiunque voglia partecipare nel settore dell’ICT, ma mira anche a garantire l’inclusione sociale di coloro che, per esempio, non possono partecipare al mondo online o desiderano mantenere alternative di interazione sociale.
L’opinione di EGE, corposa e ricca di spunti, verrà utilizzata dal Commissario Ue Neelie Kroes per delineare i contorni dell’iniziativa ‘Digital Futures‘, lanciata dalla Direzione generale Società dell’informazione e media (DG INFSO) per cominciare a riflettere sulle politiche ICT oltre il 2020.
Una prima bozza delle opzioni politiche così maturate è prevista per la fine di ottobre 2012.
Nel commentare i pareri del gruppo, il Commissario Kroes si è soffermata in particolare su internet delle cose: il prossimo sviluppo della rete che renderà ubiqui i cosiddetti ‘sensori intelligenti’, dal frigo di casa all’automobile, fino all’interno del nostro corpo.
“Questi sensori potranno permetterci di condurre vite più sane e felici, ma dal momento che collezioneranno un’enorme quantità di dati, essi hanno anche implicazioni etiche, in particolare per quel che riguarda la privacy e l’identità”, ha sottolineato la Kroes, dicendosi soddisfatta dell’indicazione di EGE di “investire in educazione e ricerca nelle aree etiche, legali, sociali e ambientali dell’ICT”.
“E questo – ha aggiunto – è esattamente quello che abbiamo inserito nella proposta su Horizon 2020″.