Smart City: al via l’Osservatorio nazionale ANCI. ‘Ripensare le città in ottica sostenibile’

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Piero Fassino: l'Osservatorio deve aiutare a trovare ‘una via italiana alle Smart city’, in cui sviluppo lo tecnologico e sostenibile sia affiancato da una visione inclusiva e partecipata, capace valorizzare gli asset caratteristici del nostro paese.

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“Elaborare analisi, ricerche e modelli replicabili da mettere a disposizione dei Comuni italiani”. E’ questo il principale obiettivo dell’Osservatorio nazionale smart city varato dall’ANCI e concepito quale strumento di produzione di conoscenza aperto ai contributi del mondo istituzionale e della ricerca.

 

Quello delle smart city – le comunità intelligenti ad alta densità tecnologica – è uno dei pilastri dell’Agenda digitale italiana e il Governo è pronto a sostenerlo con stanziamenti per 1 miliardo di euro.

Prendendo spunto dalla cornice elaborata a livello europeo e adattandola al contesto italiano, quindi, anche l’ANCI ha inteso rispondere con la creazione dell’Osservatorio all’esigenza di modernizzazione delle città e di risolvere – sfruttando le moderne tecnologie – problemi di grande rilevanza sociale e di portata globale, quali la necessità di ridurre le emissioni attraverso le tecnologie pulite, la realizzazione di un sistema di trasporti intelligente e di modelli urbani e di abitazione più sostenibili.

 

“La decisione dell’Associazione dei Comuni di costituire l’Osservatorio nazionale nasce proprio dall’esigenza di rispondere efficacemente alle molteplici richieste di assistenza e indirizzo che arrivano dai nostri territori”, ha dichiarato il Presidente ANCI Graziano Delrio sottolineando che per raggiungere un vero sviluppo intelligente “è necessario agire in direzione di una forte collaborazione fra autorità di governo nazionali e locali, mondo della ricerca, dell’impresa e della società civile”.

Secondo il sindaco di Torino Piero Fassino, quindi “parlare oggi di smart city non significa ragionare in astratto, bensì ripensarsi concretamente in ottica di sostenibilità diffusa“.

La nascita dell’Osservatorio ANCI, spiega, deve aiutare a trovare “una via italiana alle Smart city”, in cui lo sviluppo tecnologico e sostenibile sia affiancato da una visione “inclusiva e partecipata, capace di sostenere e valorizzare gli asset che caratterizzano il nostro paese”. Essenziale, quindi, il “coinvolgimento sociale e culturale, per agire poi, in fase di attuazione, in direzione di una forte partnership pubblico-privato e di modalità innovative di reperimento e messa a sistema delle risorse”.

Vanno quindi individuati “meccanismi che possano liberare e facilitare la possibilità dei Comuni di fare investimenti in innovazione, considerando le ricadute che si avrebbero sul tasso di crescita generale e sull’occupazione attraverso interventi di questo tipo”, ha concluso il sindaco di Torino.

 

Anche il Governo, sottolineando che la realizzazione delle comunità intelligenti è un’occasione unica per “capitalizzare gli sforzi necessari al miglioramento della vita dei cittadini attraverso l’aumento delle capacità tecnologiche, della competitività e del potenziale di crescita delle imprese italiane”, ha predisposto un gruppo di lavoro ad hoc per la realizzazione delle infrastrutture tecnologiche e immateriali al servizio delle smart city, ritenendole “il punto focale per l’organizzazione e il coordinamento degli sforzi di tutti gli attori che partecipano al processo”.

 

“Oggi per fare sviluppo a tutti i livelli è obbligatorio investire nell’innovazione tecnologica” ha commentato a sua volta il Sindaco di Piacenza Roberto Reggi.

“Fare sviluppo nonostante la crisi è la parola d’ordine oggi necessaria per mettere nuovi servizi a disposizione dei cittadini e per migliorare la qualità della vita nelle nostre città”, ha aggiunto Reggi, secondo cui le smart city “sono un modello per passare da città tradizionali a città digitali, interattive e fornire servizi sempre più avanzati, e in questo senso riveste un ruolo fondamentale la partnership tra pubblico e privato”.

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