In Italia è social network-mania e cresce anche l’angoscia da ‘disconnessione’

di Alessandra Talarico |

Cresce la 'nomofobia', ossia la forte angoscia che colpisce un individuo all’idea di perdere il cellulare o di restare disconnessi dai social network per più di una giornata.

Italia


Facebook e teenagers

Mentre in Italia le reti sociali hanno raggiunto una penetrazione record del 95% sul totale dei navigatori web, con 26,5 milioni di visitatori unici lo scorso mese di febbraio, è in vertiginoso aumento anche la dipendenza da questi nuovi strumenti di socializzazione e comunicazione, consultabili ormai da ogni dove grazie agli smartphone.

Tanto che un paio d’anni fa nel Regno Unito è stato coniato il termine ‘nomofobia’, ossia la forte angoscia che colpisce un individuo all’idea di perdere il cellulare o di restare disconnessi dai social network per più di una giornata.

 

Tra gli abitanti del paese, che hanno molte pecche ma di sicuro non quella di essere insensibili alle nuove tecnologie, è Facebook il leader indiscusso, con oltre 22 milioni di utenti (in crescita del 20,5% negli ultimi sei mesi), seguito da Twitter che ha superato LinkedIn ed è diventato il secondo social network per diffusione, con una crescita del 120% negli ultimi 6 mesi e 2,8 milioni visitatori unici a febbraio.

 

Di questi, 1,8 milioni si sono connessi al sito di microblogging dal telefonino. Ecco perchè risulta anche in vertiginoso aumento, non solo nel nostro paese, il numero di persone colpite da ‘nomofobia

Contrazione di ‘no mobile fobia’, il termine, apparso per la prima volta nel Regno Unito qualche anno fa, colpisce infatti prevalentemente gli utenti delle reti sociali, che non riescono a sopportare l’idea di essere lontani dalle piazze virtuali per più di qualche ora.

 

Secondo uno studio condotto nel Regno Unito su un migliaio di utenti, il 66% si dice ‘estremamente angosciato’ all’idea di perdere il telefonino, percentuale che sale al 76% tra i giovani tra i 18-24 anni.

 

Il fenomeno si era già palesato con gli sms, che aveva fatto coniare il termine di ‘generazione di pollici’, per descrivere la tendenza degli adolescenti a digitare messaggini senza sosta.

 

Ma internet mobile ha spinto questa tendenza all’ennesima potenza, permettendo agli utenti di trovare risposta a tutto in qualsiasi momento in qualunque posto.

 

Perdere il cellulare e, quindi, non potersi connettere ai social network diventa quindi una possibilità fonte di angoscia per molte persone, terrorizzate anche alla sola idea di dover rinunciare al beneamato dispositivo per più di 24 ore.

 

Secondo l’esperto in social media Damien Douani “I social network, alimentando il bisogno di restare sempre in contatto con la community attraverso aggiornamenti e consultazioni costanti del proprio profilo, hanno creato una pericolosa estensione del campo della dipendenza e una società eccessivamente informatizzata in cui diventa essenziale fare molte cose contemporaneamente”.

Una parte della popolazione – spiega quindi lo scrittore Phil Marso, autore nel 2004 del primo libro redatto nel linguaggio degli di sms  – “pensa che quando non è connessa si sta perdendo qualcosa e se si perde qualcosa non si può reagire prontamente e questo sviluppa forme di ansia e nervosismo”. Ma non solo: secondo Marso, “lo smartphone distrugge la fantasia perchè tutto è a portata di mano e non c’è più spontaneità, effetto sorpresa: sta uccidendo – conclude – la bellezza dell’inaspettato”.

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