Android: i produttori di smartphone pronti all’ammutinamento? Anche loro come Amazon chiedono a Google Os personalizzati

di Alessandra Talarico |

Pare che anche Facebook e Amazon siano pronte a lanciare smartphone basati su Android ma sganciati dalla ‘Google Experience’: questi dispositivi, cioè, non saranno abilitati da Google a usare Google Play.

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I produttori di dispositivi Android sono in rivolta: sono stanchi di creare smartphone indistinguibili uno dall’altro per rispondere alle regole imposte da Google.

Questi vendor provano forse un po’ d’invidia nei confronti del successo del tablet Kindle Fire di Amazon, basato su una versione personalizzata del sistema operativo Android 2.3 soprannominato Gingerbread.

Android è un Os aperto, quindi in sostanza i produttori possono modificarlo come vogliono. L’unica cosa che finora li ha tenuti legati ai dettami di Google è stato il desiderio di essere inclusi nella lineup ‘ufficiale’ dei dispositivi Android compatibili con lo store di applicazioni Google Play (l’ex Android Market).

Ma, data l’estrema frammentazione del mercato, a questo punto questa compatibilità appare irrilevante.

 

A gettare benzina sul fuoco è stato anche Ted Morgan, il Ceo della società specializzata in servizi di geolocalizzazione Skyhook Wireless.

Morgan spiega che la sua azienda parteciperà a una serie di importanti ‘debutti’ nel settore degli smartphone quest’anno: device che saranno basati su Android ma non controllati da Google.

Pare infatti che sia Facebook che Amazon siano pronte a lanciare smartphone basati su Android ma sganciati dalla ‘Google Experience’: questi dispositivi, cioè, non saranno abilitati da Google a usare Google Play.

 

“Trascorro un sacco di tempo con aziende che vogliono sganciarsi da Android: nessuna vuole essere considerata semplicemente un ‘produttore’ di device Google, visto quello che Amazon ha fatto per conto suo”, ha riferito Morgan, che col gruppo di Mountain View ha qualche trascorso burrascoso.

 

Skyhook è nota per aver fornito i servizi di localizzazione Wi-Fi sia per i dispositivi Android che per iOs, anche se Apple ha poi deciso di affidarsi alle proprie capacità e lo stesso ha fatto Google, ma con scarsi risultati. Nel 2010, quindi, Skyhook ha fatto causa al suo ex partner per essersi intromesso nei rapporti commerciali con Motorola e anche per la presunta violazione dei brevetti legati alla raccolta dei dati sulla posizione degli utenti. Mountain View, in sostanza, ha provato a costringere i produttori a usare i suoi servizi e non quelli di Skyhook.

 

“Google – ha affermato Morgan – limita veramente qualsiasi modifica un produttore voglia apportare per distinguersi dagli altri e questo è davvero sgradevole per i vendor, che non vogliono essere semplicemente dei produttori di hardware perchè saranno tutti perdenti di fronte all’avanzata dei produttori low cost cinesi”.

Ecco perchè, insomma, tutti vogliono seguire la scia di Amazon e, incoraggiati dal suo successo, reclamano il diritto di andare sulla propria strada.

 

L’insubordinazione dei produttori sarà positiva per Android, ma non certo per Google.

 

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