Sony: perdita shock da 5 mld di euro e 10 mila licenziamenti in vista. Dismissione degli asset no core e maggiore convergenza

di Raffaella Natale |

Giovedì il nuovo CEO annuncerà il piano di risanamento. Intanto già l’attività LCD è passata alla joint-venture Japan Display, detenuta con Toshiba, Hitachi e governo nipponico.

Giappone


Kazuo Hirai

Appena nominato al vertice di Sony, il nuovo CEO Kazuo Hirai annuncerà giovedì il piano di risanamento del gruppo, per il quarto anno consecutivo in rosso, che prevede anche il taglio di 10.000 posti a livello globale, pari al 6% della forza lavoro complessiva.

La società ha aggiornato le stime d’esercizio 2011/12 al 31 marzo scorso, con la perdita shock di 520 miliardi di yen (circa 5 miliardi di euro), la più pesante mai segnata nella storia della compagnia e più che doppia di quella da 220 miliardi di yen ipotizzata a febbraio. La revisione è dovuta a un onere fiscale aggiuntivo di 300 miliardi di yen.

Sony, spiega in una nota, si aspetta di registrare un onere fiscale aggiuntivo di circa 300 miliardi “nel quarto trimestre dell’anno fiscale conclusosi il 31 marzo 2012, dovuto principalmente alla creazione di fondi di svalutazione su alcune attività per imposte anticipate, prevalentemente negli Stati Uniti“. Il carico fiscale è una voce “non-cash” e quindi senza alcun impatto sul reddito operativo consolidato di Sony o sul suo cash-flow.

 

Appuntamento, quindi, a giovedì quando a Tokyo il CEO presenterà alla stampa e agli analisti la nuova strategia. Al centro del progetto il licenziamento di 10.000 dipendenti su un totale di 168.000.

Sopraffatto da competitor più innovativi e audaci, come Apple e Samsung, da otto anni ormai la divisione televisori del gruppo giapponese non registra che deboli profitti.

 

Già lo scorso febbraio, in occasione della presentazione ufficiale del nuovo CEO, Kazuo Hirai, che ricopre l’incarico dal 1° aprile, era stata annunciata una “trasformazione dolorosa“, per tornare in utile, che avrebbe comportato il sacrificio delle attività non più strategiche o comunque non redditizie.

La metà dei licenziamenti sarà, infatti, legata a un certo numero di cessioni, come la Development Bank of Japan, la branca chimica che produce ancora film ottici e videocassette. A questi dovrebbe aggiungersi quasi sicuramente anche la scissione dell’attività di produzione di schermi LCD.

Questa divisione è stata integrata a una nuova joint-venture, Japan Display, tra Sony, Toshiba e Hitachi che detengono ciascuna il 10% delle quote, con il 70% detenute direttamente dal governo nipponico. La società impiega 6.200 persone e detiene attualmente il 20% del mercato LCD di medie dimensioni (tablet e monitor PC), ma dal 2013 sarà avviata la produzione di massa di pannelli OLED.

 

Dopo questi primi provvedimenti, che fanno seguito a una prima ondata di 16.000 licenziamenti avviata dopo la crisi finanziaria del 2008, Kazuo Hirai intende concentrarsi sul rafforzamento della strategia di convergenza di Sony.

Presentato come uno dei grandi artefici del successo della Playstation, Hirai stima che il gruppo deve, se intende tornare in utile, essere in grado come Apple di associare meglio i dispositivi hi-tech brandizzati ai contenuti digitali per ottenere maggior valore aggiunto.

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