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La forte concorrenza nei mercati a rapida crescita – India, Medio Oriente, Africa e Cina – ha avuto un forte impatto sulle performance finanziare del primo trimestre di Nokia: in particolare le stime di margine operativo non-ifrs sono ora negative di circa il 3% mentre in precedenza si era stimato un sostanziale pareggio, più o meno il 2%.
Il nuovo profit warning appena lanciato da Nokia ha fatto perdere al titolo del gruppo finlandese il 17% sulla Borsa di Helsinki, facendolo sprofondare a circa 3,37 euro, ai livelli di 15 anni fa.
Il margine operativo della divisione chiave Devices & Services – quella dei cellulari – sarà inferiore a causa “di una molteplicità di fattori”, tra cui la forte competizione su quei mercati dove finora il gruppo era leader indiscusso in termini di volumi di vendita.
Nel secondo trimestre, prevede la società, il margine operativo resterà agli stessi livelli o sarà ancora più basso.
Che il compito del Ceo Stephen Elop di riportare Nokia agli antichi fasti non fosse facile, questo era chiaro fin dall’inizio, ma che la portata dell’impresa fosse così ardua forse non se aspettava neanche lui stesso.
Tanto più che la società – che sperava nello slancio fornito dai nuovi smartphone con sistema operativo Windows Phone – ha anche dovuto affrontare e risolvere una serie di problemi legati al lancio dei nuovi dispositivi Lumia negli Stati Uniti: ultimo un bug che ha costretto la società a offrire 100 euro di credito agli utenti che hanno sperimentato una perdita di connettività dati.
Eppure, il lancio dello smartphone era sta annunciato in pompa magna, le critiche erano state molto positive e gli utenti erano corsi numerosi ad acquistare il device, che in men che non si dica aveva scalato la classifica delle vendite su Amazon.com. Ma a distanza di tre giorni, la società è stata costretta ad annunciare un correttivo – che arriverà solo il 16 aprile – e a promettere risarcimenti agli utenti per via di un bug che impediva allo smartphone di connettersi a internet.
Il profit warnig è dunque il segnale che Nokia, che pure resta il principale produttore mondiale del segmento telefonini (non più di quello smartphone) in termini di volumi, comincia a sentire forte la pressione dei concorrenti anche nel segmento low end del mercato, dove finora era leader incontrastata.
Secondo l’analista Roberta Cozza di Gartner, l’allarme è il risultato dell’incapacità di Nokia di rispondere alla concorrenza degli smartphone di fascia bassa basati su Android e venduti a prezzi molto contenuti sui mercati emergenti.
“Molti consumatori dei mercati emergenti stanno acquistando non più cellulari tradizionali, ma smartphone low-cost e Nokia non ha molto da offrire in questo segmento”, ha affermato l’analista.
Il gruppo finlandese non avrà un portfolio Windows fino alla fine del 2012 e Gartner non prevede un’inversione di tendenza prima del 2013.
Nokia sostiene di aver venduto nel corso del primo trimestre – i cui risultati ufficiali saranno resi noti il 19 aprile – 71 milioni di telefonini e 12 milioni di smartphone. Di questi, 2 milioni sono Lumia, ossia i nuovi smartphone basati sul sistema operativo Windows, venduti a un prezzo medio di 220 euro.
Secondo Elop, il profit warning dimostra che il business è ancora in fase di transizione, ma il Ceo si è detto tuttavia soddisfatto del successo della nuova linea di smartphone Lumia, lanciati in 42 mercati.
“All’interno della divisione smart devices, abbiamo stabilito un forte slancio iniziale con Lumia e pensiamo di incrementare gli investimenti per raggiungere un maggiore successo e per portare i Lumia su più mercati”, ha affermato.
Nel secondo trimestre, Nokia taglierà ulteriormente i prezzi dei dispositivi e, per uscire dal tunnel, prevede quindi di ridurre ulteriormente la struttura dei costi e di migliorare il flusso di cassa. Questo obiettivo sarà raggiunto probabilmente continuando a spostare la produzione fuori dall’Europa.
Tra i nuovi device in arrivo, quindi, anche il Lumia 610 dotato di connettività NFC.
Il dispositivo, lanciato oggi in Europa in partnership con Orange, è stato certificato per i pagamenti contactless sia con la tecnologia MasterCard PayPass che con l’applicazione per i pagamenti mobili Visa payWave.