Il 30 aprile è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto Crescita e tra le coperture indicate dal Governo spuntano 100 milioni di euro che dovevano andare a finanziare il Bonus Cultura. A denunciare il pesante taglio è stata l’Associazione italiana editori (Aie): “Una grave decisione, un vero errore che chiediamo possa essere corretto”.
Sempre in mattinata, è intervenuto lo stesso Ministero per i Beni e le attività culturali (Mibac): “Al netto delle speculazioni politiche, da campagna elettorale per le europee, rassicuriamo tutti: il bonus cultura non sarà toccato, ai ragazzi nati nel 2000 non sarà tolto un solo euro. Sono stati solo ed esclusivamente anticipati 100 milioni di euro per il dl Crescita: una misura indispensabile per la ripresa economica del Paese. I fondi saranno stanziati di nuovo tra qualche settimana. Su questa operazione e sulla sua tempistica all’interno del Consiglio dei Ministri sono stati tutti d’accordo. D’altronde, i primi fondi del bonus cultura di quest’anno saranno spesi solo tra alcuni mesi. Insomma, non cambia nulla”, hanno dichiarato in una nota congiunta il viceministro economia e finanze, Laura Castelli, e il ministro per i Beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli.
“Siamo soddisfatti e fiduciosi che davvero ai ragazzi nati nel 2000 non sarà tolto un solo euro. Ringraziamo il Ministro Bonisoli e il viceministro Economia e finanze Laura Castelli per questa notizia. Una buona notizia per i giovani, per il nostro settore e per la cultura”, ha successivamente dichiarato in una nota ufficiale il Presidente dell’Aie, Ricardo Franco Levi .
“Siamo increduli – aveva commentato Levi stamattina- in una notte sono scomparsi cento milioni per la cultura. Si pensa a un decreto crescita tagliando proprio sulla cultura e quindi sul futuro dei giovani: il bonus cultura 18app ha aiutato le famiglie italiane dimostrandosi un investimento utile, che ha contribuito in modo rilevante alla crescita del Paese e, in particolare, al settore librario”.
“Tra l’altro – ha precisato il Presidente Aie – è stato largamente utilizzato per acquistare i libri di testo per l’università, svolgendo un ruolo simile ai fondi destinati all’acquisto dei testi scolastici in favore degli alunni delle scuole dell’obbligo”.
“Per questo – si legge nel testo del comunicato – è più che mai necessario per sostenere la domanda di cultura degli italiani. Siamo certi che il Ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli in primis, l’intero Governo e il Parlamento sapranno trovare la modalità per ricostituire il fondo nella sua interezza”.
“Un grave errore che vorremmo fosse immediatamente corretto: l’ulteriore riduzione Bonus Cultura per i ragazzi italiani è un intervento che colpisce lo sviluppo culturale del Paese”, è stato il commento del direttore di Confindustria Cultura Italia, Fabio Del Giudice, dopo aver appreso dal testo del Decreto Crescita dell’ulteriore taglio di ben 100milioni di euro per il bonus cultura – la cosiddetta 18app – destinato ai diciottenni.
Sono gli stessi dati forniti dal Governo Conte e relativi alla terza edizione del Bonus a confermare quanto affermato dal Presidente Aie: a gennaio 2019 sono stati spesi in totale 7,8 milioni di euro del Bonus Cultura, di cui 5,7 milioni in libri, oltre 1,1 milioni in musica, 590 mila euro in concerti, 197 mila euro in biglietti del cinema.
Il Partito Democratico ha subito fatto partire la petizione online #18appnonsitocca: “Ci risiamo. Il Governo Salvini-Di Maio taglia sui giovani e tra le voci decurate per l’anno 2019 spicca il bonus cultura da 500€ 18App. Noi ragazzi ci aspettiamo un Governo che investa sulla nostra generazione, che spinga i giovani a conoscere il patrimonio artistico culturale che il nostro Paese ci offre; invece loro tagliano sul futuro”.
Il 75% dei fondo del #Bonus18anni è stato speso per acquistare libri. Appena hanno sentito “acquisto libri”, Salvini e Di Maio hanno cancellato il finanziamento: viva l’ignoranza! Spero che chi è nato nel 2001-2002-2003 trovi la forza di farsi sentire.#18appnonsitocca
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 1 maggio 2019
Lo stesso ex premier e ex segretario del PD, Matteo Renzi, ha rilanciato ieri su Twitter l’iniziativa del partito, denunciando il tentativo da parte del Governo Conte di cancellare la misura da lui voluta nel 2015 a sostegno della cultura e dei giovani studenti.