VINTI
Ancora uno studio medico per cercare di comprendere in maniera approfondita e più precisa il legame tra cellulari e il manifestarsi dei tumori nell’uomo. Stavolta si è cimentata nell’argomento la britannica Health Protection Agency (HPA), che ha messo insieme un gruppo di ricerca per riuscire a capire se c’è o meno correlazione tra utilizzo massiccio degli smartphone e insorgenza di tumori.
Dai primi risultati sembrerebbe che una relazione diretta non vi sia, nè che un aumento della diffusione di device mobili, generalmente connessi a internet tramite reti wireless,comporti un incidenza maggiore di casi di cancro e tumori tra la popolazione.
Numerose ricerche sui campi elettromagnetici fino ad oggi hanno sempre portato a risultati opposti: o i cellulari fanno male o non fanno niente. In questo caso, il documento pubblicato dall’HPA pone l’accento solo su due elementi: non ci sono ancora prove chiare della correlazione tra utilizzo dei telefonini e tumori, mentre è altrettanto chiaro che i dati in nostro possesso sono ancora troppo limitati e servono ulteriori ricerche.
Sono solo venti anni circa che la stragrande maggioranza dei cittadini di quasi tutto il mondo utilizza in maniera continuativa un mezzo di comunicazione radiomobile. Secondo John Cooper, il direttore delle ricerche, bisogna che la raccolta dati vada avanti perché “abbiamo dei risultati troppo parziali, dobbiamo vedere cosa potrà accadere nei prossimi 15-20 anni prima di essere sicuri che stare troppo tempo al cellulare non sia pericoloso per la nostra salute“.
Le nostre case sono sempre più esposte ai campi elettromagnetici e noi con esse. Abitazioni messe in rete, arredate da tecnologie interattive e connesse a internet, saranno le caratteristiche più salienti dei prossimi anni , quando i nostri corpi saranno immersi all’interno di tali campi. Da questo momento, sostiene il dottor Cooper, bisogna cominciare la raccolta dati nella maniera più capillare possibile per monitorare il la patologia e la sua evoluzione.