Unione Europea
Importante appuntamento quello di ieri a Bruxelles in tema di diritti di proprietà intellettuale e revisione della Direttiva 2004/48/EC.
Questa conferenza, organizzata dalla Direzione generale Mercato interno e Servizi, in collaborazione con la Presidenza danese del Consiglio Ue, fa seguito a un’audizione pubblica del giugno scorso e a una precedente consultazione sull’applicazione della Direttiva 48 del 2004 sul rispetto del copyright.
Obiettivo dell’incontro, quello di fornire ulteriori e preziosi contributi agli stakeholders sulle policy riguardanti appunto gli IPR (Intellectual Property Rights), in vista della prossima revisione della Direttiva da parte della Commissione Ue.
In questo senso, la conferenza s’è concentrata sulle specifiche questioni riguardanti le sfide future, poste dal mercato internet che coinvolgeranno tutte le PMI e i creatori di contenuti.
Niente di nuovo da questo incontro, come sottolinea l’esperto Innocenzo Genna, (Director Euroispa e Rappresentante AIIP a Bruxelles), se non l’annuncio a sorpresa della Commissione Ue, secondo la quale la prevista revisione della Direttiva dovrà aspettare ancora un po’, poiché occorrerà una nuova consultazione pubblica.
Per Genna, “è un chiaro segnale che la Commissione, dopo le alterne vicende di ACTA e le chiare prese di posizione della Corte europea di Giustizia nei vari casi Sabam, non vuole rischiare oltre sulla via dell’inasprimento delle pene”.
L’argomento è molto caldo anche alla luce di quanto sta succedendo sul fronte della ratifica o meno dell’accordo anticontraffazione ACTA, che probabilmente verrà rigettato dal Parlamento Ue, almeno nella sua attuale versione (Leggi Articolo key4biz).
La questione del diritto d’autore mette in luce tre fronti: da un alto coloro che sostengono la necessità di misure più rigide per reprimete la pirateria (in primis le major discografiche e cinematografiche); poi i cosiddetti sostenitori della libertà della rete, che hanno mobilitato il web prima contro le proposte di legge americane SOPA e PIPA e adesso contro ACTA; e infine gli Internet service provider chiamati in causa perché da loro ci si aspetterebbe un maggior controllo degli utenti, specie di chi è sospettato di praticare il download illegale di contenuti protetti da copyright.
Un’unica certezza, il diritto d’autore necessita di un’urgente regolamentazione.
Al recente W3C di Lione, il Commissario Ue per la Digital Agenda, Neelie Kroes, a sottolineato l’importanza di essere ‘aperti’ a diversi modelli di business online: il web offre non solo nuove forme di contenuti, ma nuovi modi per distribuirli e renderli accessibili e nuovi modi per essere ricompensati. “Se vogliamo trarre vantaggio da Internet dobbiamo essere aperti a nuove idee” anche in questo contesto (Leggi Articolo Key4biz).
Che si tratti di ricerche scientifiche o di un film, ha affermato la Kroes, “le attuali regole sul copyright non sono adatte alla realtà” e “il complicato sistema di licenze sta facendo perdere all’Europa grandi opportunità, scoraggiando l’innovazione e non riuscendo neanche nell’intento di servire le persone per cui è stato create”.
In Italia si attende il Regolamento Agcom in materia, ma resta animato il dibattito politico sopportato da chi vorrebbe una partecipazione diretta del Parlamento nell’elaborazione delle nuove norme e chi invece sostiene la competenza esclusiva dell’Autorità.
Su iniziativa dei senatori Pd Vincenzo Vita, Luigi Vimercati e Marco Perduca, è stato costituito un gruppo di lavoro che, per rimettere nelle mani del Parlamento la discussione sul diritto d’autore online, si occuperà della stesura di un testo di legge che si avvicini al superamento dell’ipotesi classica di copyright.