Europa
“Internet è la nuova frontiera della libertà, non solo nelle democrazie occidentali, ma anche in tutto il mondo”. Con queste parole Neelie Kroes ha aperto il suo intervento alla conferenza “The European public on the Net” di Re:publica, a Berlino.
Un intervento incentrato sulla necessità di tutelare la libertà di internet e le libertà fondamentali che la rete promuove e diffonde, dalla liberta di espressione alla libertà di innovazione e al diritto alla privacy, passando dalla libertà di essere ricompensati per le proprie idee.
Una difesa a tutto tondo della rete, dei cambiamenti che essa ha contribuito a innescare nella politica e nell’economia. Cambiamenti dirompenti e a volte troppo impegnativi, tanto da infondere in qualcuno la volontà di bloccarli con ogni mezzo.
Tutto questo, secondo la Kroes, illuminata 70enne messa dalla Ue a guardia della Digital Agenda – ossia il piano per la completa digitalizzazione dell’Europa – deve partire da un assunto: “Internet deve restare aperto e libero”, anche se questo non vuol dire promuovere uno spazio senza legge, come nel far west.
“Vivremo probabilmente in un mondo senza SOPA e senza ACTA”, ha detto la Kroes, ma è necessario trovare soluzioni per rendere Internet un luogo di “libertà, apertura e innovazione per tutti i cittadini, non solo per la techno avant-garde”, nel rispetto, però, dei diritti di tutti.
Perchè, piaccia o no, bisogna tenere presente che a volte le attività online hanno implicazioni reali: molta gente non esita a celarsi dietro l’anonimato garantito dalla rete per perpetrare crimini orrendi quali la pedofilia. Altri usano la rete per lanciare attacchi informatici, violare o destabilizzare i sistemi con attacchi che hanno un impatto sempre più profondo sulla vita quotidiana della gente.
Certo, si tratta di una minoranza e, come avviene nella realtà bisogna evitare reazioni eccessive, ma agire in maniera tale da bilanciare libertà e sicurezza.
“Internet è diventato troppo importante per lasciare il suo futuro alla buona sorte. Ecco perché dobbiamo riconoscere diritti e doveri online – per un mondo online che sia una parte sempre più importante della nostra società”, ha detto la Kroes.
Il web, dice ancora, è in grado di alimentare l’innovazione in maniera pressoché infinita e sono sempre più numerose le persone che si rendono conto che questo potenziale no può essere imbrigliato entro i costumi del passato con sistemi obsoleti, chiusi o complessi.
Un internet aperto, quindi, deve fondarsi su standard aperti – così che fornitori di contenuti e operatori possano garantire servizi uniformi, evitare duplicazioni degli oneri e sfruttare le economie di scala – e su un unico sistema per l’identificazione, il pagamento e la concessione delle licenze: avere 27 sistemi diversi quando potrebbe essercene uno non fa che “schiacciare l’innovazione e e tenere le idee brillanti confinate in mercati nazionali non redditizi”.
Apertura vuol dire anche libertà di accedere ai dati della pubblica amministrazione (Open Data) e di collegarsi al web da qualsiasi dispositivo per usufruire di qualsiasi servizio (net neutrality). Su tutti questi fronti e, soprattutto sulla creazione di un vero mercato unico digitale, che permetterebbe di risparmiare 110 miliardi di euro l’anno, la Ue è in impegnata prima linea, con una serie di provvedimenti che dovrebbero consentire il pieno sviluppo di nuovi mercati nel rispetto dei diritti e delle libertà di ciascuno.
Perchè – conclude la Kroes – “La cosa migliore di internet è che è aperto e intendo fare in modo che resti tale”.