Italia
Lavorare in perdita, senza nemmeno riuscire a coprire il costo del lavoro diretto. Con il rischio di andare gambe all’aria lungo la strada e di precarizzare il settore. È l’allarme lanciato da Assocontact – Associazione nazionale dei Contact Center in Outsourcing – di fronte al bando di gara da 50 milioni di Euro formulato da ENEL per la gestione di servizi di back office.
ENEL, il più grande operatore elettrico d’Italia e la seconda utility quotata d’Europa per capacità installata, intende affidare a specialisti esterni vari servizi di back office (credito, fatturazione, attivazione clienti, customer care e rapporti con le reti). A fronte di un importo significativo, il capitolato tecnico proposto parla chiaro: durata fino a 5 anni, a discrezione del committente, prezzo bloccato e senza aumenti Istat o altre formule di adeguamento, impossibilità di ricorrere a subappalti o delocalizzazioni. Primario criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. La presentazione delle offerte avverrà il prossimo 7 giugno. Si stima che per lo svolgimento dell’attività possano essere impiegate fino a 500 persone.
“Il prezzo complessivo a base d’asta, i volumi e le durate consentono di calcolare il valore per minuto di interazione e per ora lavoro, rispettivamente circa 0,30 Euro/minuto e 13,5 Euro/ora. Queste cifre non coprono nemmeno il costo orario di un terzo livello del contratto delle telecomunicazioni (livello minimo previsto per queste attività), e pertanto non coprono sicuramente il costo del lavoro indiretto e degli investimenti previsti per eseguire l’attività“, spiega Alberto Zunino, Direttore Generale di Assocontact.
Secondo l’Associazione margini inesistenti, frutto di politiche aggressive degli uffici acquisti e del massiccio ricorso a gare il cui il prevalente criterio di aggiudicazione è dato dal massimo ribasso, hanno già messo a dura prova il settore. “Non è purtroppo la prima gara in cui la base d’asta non è in grado di coprire i costi del personale diretto. Su questo fronte Assocontact da tempo è impegnata a vigilare perché i bandi siano formulati correttamente“, continua Zunino. “In un momento così delicato, in cui ci apprestiamo insieme ad Asstel a discutere il rinnovo del CCNL delle telecomunicazioni, un committente del calibro di ENEL manda al mercato un messaggio estremamente drastico, che rischia di ripercuotersi sulla trattativa sindacale in corso“.
Il rischio paventato è che pur di stare sul mercato, o di non avviare procedure di mobilità sul personale esistente, qualcuno accetti di fare dumping: “Ma cosa succederebbe alle imprese costrette a subire una tale pressione? Il rischio è di vedere l’ennesima azienda costretta a chiudere i battenti e a lasciare senza lavoro centinaia di persone. Chiediamo a ENEL una riflessione e un confronto sulle condizioni proposte“.