L’industria spaziale italiana nel contesto europeo

di Flavio Fabbri |

I rendimenti degli investimenti in alta tecnologia

REPORT

Di Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e Università di Bergamo

Pubblicato: aprile 2012

Pagine: 400

Prezzo: 18,00

 

Sonde e satelliti per esplorare il Sistema solare e lo spazio profondo. Satelliti per l’osservazione della Terra e per il servizio delle telecomunicazioni, navigazione e trasporti. Stazioni spaziali per “abitare” lo spazio, e, per raggiungerlo, i mezzi di trasporto più potenti e complessi mai concepiti dall’uomo.

 

In tutte queste attività e costruzioni l’Italia – il terzo paese al mondo ad aver lanciato un satellite, nel 1964, dopo URSS e USA – è in prima fila. Il settore spaziale è da sempre considerato strategico in Italia, sotto il profilo pubblico e privato.

 

Come funziona questo settore dal punto di vista economico? Come vengono formulate le relative strategie? Quanto sono efficienti le politiche che le orientano? Come funziona e quanto è efficiente la base industriale dello spazio? Qual è l’impatto della ricerca spaziale, industriale e pubblica, sul resto dell’economia?

 

A queste domande risponde con rigore il Rapporto “L’industria spaziale italiana nel contesto europeo. I rendimenti degli investimenti in alta tecnologia” (Il Mulino Editore), frutto di una ricerca promossa dall’Agenzia Spaziale Italiana – ASI, e coordinata dal Dipartimento di Scienze economiche dell’Università di Bergamo.

 

Ricerca integrata con una rassegna comparativa delle politiche spaziali del nostro Paese, del Regno Unito, dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA); e dallo studio di un modello per l’analisi degli spillovers di questo campo ad altissima tecnologia.

 

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