Mondo
Le violazioni del diritto d’autore sono la causa principale della rimozione dei link dai risultati delle ricerche effettuate su Google.
“Non vogliamo che gli utenti finiscano sui siti pirata”, ha detto il gruppo nel suo ‘Rapporto sulla trasparenza‘, lanciato due anni fa e che adesso si arricchisce della sezione ‘Copyright‘. Fino a oggi questo Report forniva essenzialmente informazioni sui governi che chiedevano alla società di sopprimere dei link o fornire informazioni sui suoi utenti.
“La lotta contro la pirateria online è molto importante”, ha scritto Fred von Lohmann, Senior Copyright Counsel, sul blog ufficiale dell’azienda. Aggiungendo, “Non vogliamo che i nostri risultati di ricerca conducano la gente a dei posti nella rete dove vengono infranti i diritti d’autore”.
Lo scopo di questo Rapporto, ha spiegato Fred von Lohmann, è di aiutare i nostri utenti a capire la ragione dei nostri provvedimenti: “Eliminiamo più link dai risultati di ricerca per questioni che riguardano il diritto d’autore che per altre motivazioni”
Stando ai dati del Report, nel mese di aprile, Google ha ricevuto 1,25 milioni di richieste per la rimozione di un link da parte di 1.296 aventi diritto. Circa 250 mila settimanalmente.
Queste richieste riguardavano oltre 24 mila siti – dai siti di storage online ai blog personali – e quasi la meta dei dati concerneva materiale protetto dal copyright di Microsoft.
Nella classifica dove sono elencati i proprietari dei diritti d’autore violati, dopo il gruppo di Redmond, figurano Nbc Universal; l’associazione delle industrie discografiche Usa RIAA; l’inglese British Recorded Music Industry e diversi produttori di contenuti pornografici.
Le segnalazioni che giungono a Mountain View sulla violazione del diritto d’autore vengono elaborate in media entro 11 ore; in caso di organizzazioni note, che hanno lo status di ‘partner affidabile’, il processo di verifica ed eventuale rimozione di un link si riduce a 7 ore. Ma sono tante anche quelle immotivate, come il caso di una scuola guida britannica che chiedeva di rimuovere dalle query un link che rimandava a un concorrente.
Google ha dichiarato di aver accettato il 97% di tutte le richieste ricevute dal luglio al dicembre del 2011.
“Riceviamo molte domande di cancellazione di link da parte dell’industria del porno o dei software”, ha spiegato Fred von Lohmann.
“Il problema non è infatti limitato solo alla musica e ai film, i dati evidenziano uno scenario molto più complesso”.