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Le nomine di Mario Monti per i piani alti di Viale Mazzini stanno infuocando il dibattito politico. Venerdì scorso il premier ha comunicato le sue scelte: Marco Pinto come rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze e Anna Maria Tarantola come Presidente, mentre per quanto riguarda la Direzione generale ha indicato l’intenzione di presentare la candidatura di Luigi Gubitosi (Leggi Articolo Key4biz).
Oggi a Palazzo Chigi il premier ha ricevuto l’attuale DG Lorenza Lei. L’incontro sarebbe durato circa un’ora. Il tutto mentre si sta consumando un forte scontro politico e il Pd minaccia l’astensione dal voto.
“La Rai, di fatto, è stata commissariata dal Governo con un intervento che ha sacrificato le normali procedure legislative in fatto di nomine. E i partiti, al contempo, come il Pd e molti altri dicono da tempo, devono ritrarsi dalla gestione o dall’occupazione della Rai”, ha detto Giorgio Merlo, Pd, Vice Presidente Commissione Vigilanza Rai.
Aggiungendo: “Bene, a fronte di queste oggettive considerazioni, il Cda dell’azienda – ormai fortemente ridimensionato rispetto al passato – venga indicato dal Governo attraverso nomi autorevoli con una riconosciuta indipendenza e imparzialità”.
“E in Commissione di Vigilanza – ha proseguito Merlo – si valuteranno l’efficacia e i requisiti richiesti per accedere a quel ruolo. Senza pregiudiziali e senza alcun condizionamento dei partiti. Valuteremo in seguito, con l’azione concreta dei nuovi nominati, se ci troviamo di fronte a commissari liquidatori dell’azienda o a persone che puntano al rilancio e alla qualità del servizio pubblico radiotelevisivo”.
Sulla stessa linea, Beppe Fioroni del Pd: “Monti ha di fatto realizzato il commissariamento della Rai, che io condivido. Per questo deve avere coraggio fino in fondo. Dovrebbe suggerire alla commissione di Vigilanza i sette nomi del Cda altrettanto autorevoli come garanti del nuovo percorso”.
La scelta di Monti di indicare presidente e direttore generale della Rai “preannuncia di fatto una riforma” dell’azienda di viale Mazzini, ha spiegato ancora Fioroni e un Cda diversamente eletto “sarebbe distante dal nuovo disegno del governo”.
Di diverso avviso Nichi Vendola che ha denunciato il degrado culturale dietro la scelta della Tarantola e di Gubitosi. Per il leader di Sel, “L’ingresso dei banchieri a viale Mazzini” è il primo passo verso la privatizzazione dell’azienda.
L’indicazione di Gobitosi è una “forzatura“, per il Pdl che ha però accettato le decisioni di Mario Monti e rilanciato. Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ha detto che “Pensare di snaturare del tutto gli attuali assetti rovesciando pesi e contrappesi potrebbe diventare una forzatura inaccettabile, per cui invitiamo tutte le forze in campo ad una attenta riflessione”. E Maurizio Gasparri ha commentato: “Abbiamo accettato tutto. Ma al governo consigliamo prudenza, non invadenza”.
Intanto il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha inviato una lettera al presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, per chiedergli di “convocare in Commissione la Tarantola allo scopo di conoscerne intendimenti e programmi per il servizio pubblico e di valutarne approfonditamente i requisiti di competenza nella materia, l’eventuale sussistenza di conflitti d’interesse e l’indipendenza”.
“Le chiedo, altresì, – ha aggiunto Di Pietro – di stabilire, dopo la scadenza dei termini, un tempo adeguato per esaminare i curricula dei candidati e per programmare la loro audizione in Commissione. Il nostro scopo è di evitare che si ripeta, anche per il nuovo Cda della Rai la vergognosa spartizione tra i partiti della maggioranza avvenuta per l’Agcom”.
Per Daniela Santanché “Monti deve darsi una calmata. La Rai diventerà una banca, mi auguro che il Pdl non voti questo blitz, questo golpe”.
Da Pier Ferdinando Casini è arrivata una proposta: “Evitiamo polemiche, no candidature Udc se il Governo indica i 7 consiglieri. Non mi sfugge e rispetto il valore simbolico della decisione di Bersani di non partecipare alla designazione dei consiglieri di amministrazione della Rai, pur in presenza di una legge che assegna questa specifica responsabilità ai membri della Commissione di vigilanza Rai. Tuttavia, in presenza di nomine e indicazioni di alto profilo individuate dal governo, mi sembra necessario che questa decisione unilaterale del PD non porti alla conseguenza di un Consiglio di Amministrazione a ‘senso unico’. Non mi sembrerebbe un gran risultato per nessuno. Proprio per questo l’Udc è pronto a rinunciare ad esprimere candidature se sarà il governo ad indicare direttamente anche i 7 consiglieri”.
Da Mediaset, il Presidente Fedele Confalonieri ha commentato con ironia: “Le nomine in Rai? Beh, io sono pronto per Bankitalia, il curriculum ce l’ho”.
“Comunque – aggiunge Confalonieri – diamogli tempo, la gente va vista al lavoro. La Rai è bene che sia in salute, se funziona è un bene per il paese. Comunque è un’azienda al cui interno vi sono grandissime professionalità, penso anche all’attuale direttore generale. Sulle nomine dei consiglieri bisogna intendersi, l’influenza della politica c’è sempre stata ma i nomi e gli schieramenti di appartenenza mi sembra che vadano bene solo a corrente alternata, oggi va bene se sono di sinistra, altrimenti no”.