Il blocco dei siti web in Gran Bretagna sta diventando una realtà concreta. In realtà anche in Italia sta accadendo qualcosa di simile, ma nel Regno Unito le dimensioni di questo fenomeno sono molto più grandi.
È dei giorni scorsi la notizia che l’internet service provider LGfL (London Grid for Learning), che fornisce banda ultralarga a oltre 3.000 scuole britanniche, ha annunciato il blocco degli accessi a un elevato numero di siti web pirata.
Dovrebbero essere coinvolti da questo provvedimento circa 2 milioni di ragazzini.
In tal modo, l’LGfL, che di suo lavora per tutelare la sicurezza dei giovanissimi e per sostenere economicamente e materialmente le scuole che più ne hanno bisogno in tutto il Regno Unito, ha proceduto al blocco della navigazione verso numerosi siti web che offrivano illecitamente contenuti audiovisivi protetti da copyright.
L’elenco dei domini da bloccare è ricavato dalla “Lista dei siti web illeciti” (Infringing Website List, IWL) gestita dalla Police Intellectual Property Crime Unit o PIPCU.
Il provider ha inoltre reso noto che per mantenere alto il livello di attenzione sulla pirateria nel Paese collaborerà proprio con la PIPCU, assicurando che gli studenti degli istituti scolastici connessi alla rete LGfL non potranno in alcun modo accedere a tali siti illeciti.
Considerando che, secondo quanto affermato dall’Isp, il 97% delle scuole di Londra fa ormai parte del network LGfL, la Capitale britannica sarà la prima in Europa a veder realizzato un blocco totale degli accessi a siti pirata almeno tramite reti internet scolastiche.