Lettera delle Telco europee ai capi di Stato e di Governo: ‘Meno regole per sostenere la crescita’

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Nella lettera sottoscritta da 23 Ceo di operatori aderenti ad ETNO, emerge un messaggio chiaro: una regolamentazione troppo rigida è percepita negativamente dagli investitori, crea incertezza e riduce gli incentivi a maggiori investimenti.

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Di fronte alla continua contrazione dei ricavi, causata dalla crisi ma anche dall’assalto degli OTT, e dalla necessità di investire pesantemente nelle nuove reti per sostenere la crescita del traffico dati, gli amministratori delegati delle principali aziende europee di telecomunicazioni hanno inviato una lettera a Bruxelles per chiedere un alleggerimento del fardello normativo in capo al settore.

 

“Le reti a banda larga di nuova generazione sono un elemento fondamentale nella strategia di crescita dell’Unione Europea ma servono politiche più favorevoli agli investimenti industriali”, si legge nella missiva  sottoscritta da 23 amministratori delegati di operatori tlc (per l’Italia Franco Bernabè, presidente esecutivo di Telecom Italia), membri di ETNO (l’Associazione europea degli operatori europei di telecomunicazioni), e inviata ai capi di Stato e di governo in vista del prossimo Consiglio europeo sui temi della crescita.

 

Dalla lettera emerge un messaggio chiaro: una regolamentazione troppo rigida è percepita negativamente dagli investitori, crea incertezza, riduce gli incentivi a maggiori investimenti e impedisce l’emersione di nuovi modelli di business. Se la Ue non cambierà approccio regolamentare, avvertono gli operatori, gli obiettivi dell’Agenda digitale sono a rischio.

 

Gli operatori hanno quindi ricordato che il settore ICT è uno dei principali motori di crescita e che potrebbe far aumentare il PIL europeo del 5% e hanno sottolineato che “…nonostante la rapida crescita del traffico internet, i ricavi degli operatori sono scesi per il terzo anno consecutivo” e che essi sono stimati “in calo dell’1,8% l’anno fino al 2015” a fronte di una stima di crescita dei mercati mondiali stimata “in media del 5,3%”.

 

Pertanto, concludono i numeri uno delle telecomunicazioni europee, “ci aspettiamo un chiaro segnale politico volto a ridurre la pressione regolamentare per rinnovare la fiducia degli investitori e a non imporre nuove misure sugli operatori già regolati”, ad esempio nel campo delle tariffe.

 

Nelle scorse settimane era stato il Ceo di Deutsche Telekom, Renè Obermann, a lanciare l’appello a Bruxelles, sottolineando che le troppe regole stanno erodendo gli incentivi a investire nella fibra ottica, così come avviene anche nel mercato mobile che pure è caratterizzato da un alto tasso di competitività. (leggi articolo Key4biz).

 

Le autorità di regolazione, spiegava Obermann. dovrebbero promuovere e ricompensare gli investimenti, “altrimenti questi non si concretizzeranno”. (a.t.)

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