Italia
Bisognerà aspettare stasera, quando alle ore 20.00 si riunirà la Commissione parlamentare di Vigilanza, per conoscere il destino del Cda Rai. Martedì scorso l’assenza dei parlamentari di Pdl e Lega Nord aveva fatto mancare il numero legale di 21 commissari necessario per eleggere i sette consiglieri di competenza parlamentare sui nove previsti dalla legge Gasparri. (Leggi Articolo Key4biz).
Due consiglieri sono già stati designati da Mario Monti nella sua veste di ministro dell’Economia: alla presidenza Anna Maria Tarantola, vicedirettore generale della Banca d’Italia, e Marco Pinto per il Cda, componente della Commissione tributaria centrale del dicastero economico.
L’Assemblea degli Azionisti Rai, intanto, riunita questa mattina in viale Mazzini, ha deciso di sospendere i lavori e di aggiornarli a domani, mercoledì 4 luglio, alle ore 16.30.
Il presidente Sergio Zavoli ha richiamato tutti: “E’ il momento di compiere un atto di responsabilità, rispondendo tutti, nessuno escluso, al dovere di dar corso a quanto la legge prescrive. Vanno scongiurati scenari altrimenti destinati a screditare, chissà a quali costi, il Servizio pubblico, cui è affidato il compito di contribuire alla tutela e alla crescita delle energie civili e culturali del nostro Paese”.
Chi saranno i nuovi consiglieri? Degli oltre 300 curricula giunti in Vigilanza, che dovevano essere l’innovazione metodologica dell’iter di elezione del nuovo Cda, non se ne sa più nulla, come si immaginava.
Il Pd ha già deciso: Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi, indicati da alcune associazioni della ‘società civile’ esplicitamente invitate dal segretario Pier Luigi Bersani che così ha voluto prendere le distanze dalla lottizzazione, anche se ha sollevato diverse polemiche sia all’interno che all’esterno del partito (Leggi Articolo Key4biz).
Un altro consigliere, nei calcoli della commissione di Vigilanza Rai, verrà indicato in area Udc. In questo caso è sicura la conferma dell’uscente Rodolfo de Laurentiis. Più articolata la situazione in area Pdl-Lega. Il partito ormai di Roberto Maroni ha da tempo deciso che non voterà un ‘proprio’ consigliere ed esprimerà scheda bianca. Ma è pressoché certo che quel posto finirà in area Pdl, con un meccanismo legato al voto (Pdl-Lega hanno tuttora la maggioranza della commissione, 21 membri su 40). In quota Pdl dovrebbero entrare con sicurezza l’uscente Antonio Verro e Antonio Pilati (ex Agcom e ex Autorità Concorrenza e Mercato, considerato l’ideatore della legge Gasparri). Il terzo nome dovrebbe essere quello di Enrico Pazzali, amministratore delegato di Fiera di Milano, in equilibrio tra Pdl e Lega.
In quanto al quarto nome, che ‘spetta’ all’area ex An nei calcoli interni del Pdl, due giorni fa gli uffici di Berlusconi avrebbero contattato Alessio Butti, attuale capogruppo Pdl in Vigilanza, per chiedergli la disponibilità a passare nel Cda Rai. Butti avrebbe declinato, ritenendo importante proseguire nel suo impegno politico. E così per quella poltrona ora sono in gara il consigliere uscente Guglielmo Rositani, Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, ed Enzo Savarese, anche lui ex Agcom. Una volta nominati i consiglieri, il Cda sarà finalmente insediato. Nominerà al suo interno il presidente la quale però, nell’arco di pochi giorni, dovrà essere sottoposta al parere vincolante della Vigilanza stessa (occorre la maggioranza dei due terzi dei sì). A questo punto il nuovo Cda designerà alla direzione generale Luigi Gubitosi, comunque già candidato da Monti, che formalmente dovrà avere il parere positivo proprio del ministero dell’Economia.
Per Flavia Perina (Fli), è difficile prevedere se si raggiungerà o meno il quorum, perché “tutto dipende da Pdl e Lega Nord. Io non voterò il candidato dell’Udc, Rodolfo De Laurentiis“. Il problema è, infatti, quello di verificare se la Lega Nord si rimangerà l’indicazione della scheda bianca.
In teoria, per ribaltare il risultato di quattro componenti assegnati al centrodestra, dovrebbe esserci un accordo tra Flavia Perina, Luciano Sardelli (Gruppo misto), Riccardo Milana (Api) e Giovanni Mottola (Popolo e territorio) sullo stesso nome di un probabile candidato.
Basterebbe anche un accordo tra Perina, Sardelli, un esponente del Pd e i due parlamentari dell’Idv in Vigilanza, che però continuano a dire di non voler partecipare a un voto lottizzato.
Secondo il parere del vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, sulla governance della Rai si è creata una situazione “abbastanza paradossale”, aggiungendo che, per rilanciare la tv di Stato, serva “qualcuno che decida”.
Berlusconi non è entrato nel merito delle due figure indicate da Monti, Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi, ma ha auspicato un cambio di marcia.
“Non mi sento di esprimere giudizi sulla governance tecnica. La Rai è la prima azienda culturale in Italia e l’importante è che ci sia qualcuno che decida, che abbia vertici che prendano delle decisioni e che presentino dei piani”, ha osservato il vicepresidente del gruppo durante la presentazione dei palinsesti autunnali (Leggi Articolo Key4biz).
L’importante, insomma, è trovare dei vertici “che possano prendere le decisioni o presentare dei piani. La situazione di oggi, come del resto è già accaduto spesso nel caso della Rai è abbastanza paradossale”.
Intanto resta pendente il giudizio del Tar sul ricorso del Codacons che ritiene la procedura seguita da Monti per l’indicazione del presidente e del Dg del tutto “arbitraria, fortemente lesiva delle previsioni statutarie della Rai”. E viene anche richiamata la delicata situazione dal punto di vista penale in cui si trova Anna Maria Tarantola, indagata a Trani.
In più, “quel che si evince con chiarezza, è che la scelta è ricaduta su alcune persone strettamente legate al mondo bancario, prive di quella competenza professionale idonea a garantire la notoria indipendenza dei comportamenti imposta dall’art. 21 dello Statuto oltre che dalla Comunità Europea per le Autorithies”.