Il governo è favorevole alla creazione di una rete telefonica fissa unica, che nascerebbe da una fusione tra le reti di Tim e Open Fiber. Lo ha detto il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, in un’intervista a Reuters a Davos. “Certamente una rete unica porterebbe efficienza al sistema e da questo punto di vista il governo penso che debba guardare con favore a un’evoluzione in quella direzione – ha detto Tria – ma si tratta di scelte che devono fare poi nella loro autonomia società private e quotate”.
E’ la prima volta che il ministro dell’Economia si pronuncia sulla questione. A novembre era stato il ministro Luigi Di Maio a rilanciare il player unico. Il Governo aveva in realtà già manifestato il suo favore alla fusione con l’emendamento al Dl Fiscale, che di fatto favorisce un eventuale merger dei due player in ottica di operatore unico wholesale only.
Il messaggio di Tria è chiaro e vedremo come inciderà sul dibattito in corso, che vede i principali azionisti di Tim, Vivendi (23,9%) ed Elliott (8,8%), che sullo scorporo della rete Tim sono su posizioni opposte: i francesi contrari alla cessione del controllo sulla rete in caso di separazione del network, per quanto aperti ad un eventuale merger con Open Fiber. Il fondo americano, invece, aperto a cedere il controllo della rete, per facilitare il merger con Open Fiber.
Ago della bilancia alla prossima assemblea del 29 marzo potrebbe essere ancora una volta la Cdp, partecipata a sua volta dal Tesoro, che lo scorso 4 maggio si schierò con Elliott favorendo così il ribaltone in Cda a favore del fondo americano.
Il 21 febbraio è invece atteso il piano industriale dell’amministratore delegato Luigi Gubitosi, con la sua posizione sullo spin off della rete Tim dopo la bocciatura dell’Agcom del piano di separazione legale volontaria (ma non proprietaria) presentato lo scorso mese di marzo dall’ex ad Amos Genish, che siede ancora in Cda.
C’è da dire infine che Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, che controlla il 50% di Open Fiber, (l’altro 50% è in mano sempre a Cdp) non è favorevole alla fusione con Tim.
Intanto, oggi l’avvocato generale della Corte Ue ha reso noto che la concessione a Open Fiber della banda ultralarga va ritenuta legittima. Nelle conclusioni della causa che vede Tim contro Open Fiber, l’avvocato ricostruisce il caso e spiega che dopo l’assegnazione della concessione, Tim è ricorsa alle vie giudiziarie lamentando che, dopo la domanda di partecipazione, Open Fiber aveva incorporato la Metroweb Sviluppo (altra impresa prequalificatasi nella procedura ma poi ritiratasi).
Ma per l’avvocato generale “la conclusione di una fusione per incorporazione di due società preselezionate, successivamente alla presentazione delle offerte, non comporta la modifica della loro identità giuridica, né sostanziale”. Quindi Open Fiber “ha mantenuto la sua identità giuridica e, sotto il profilo sostanziale, si è verificato un semplice aumento del suo capitale sociale”. Soprattutto “un’eventuale causa di esclusione per tale motivo dovrebbe risultare espressamente dagli atti di gara, dalle norme nazionali o dell’Unione”.