l'analisi

Apple e Samsung, come evitare la ‘sindrome Nokia’

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Il calo delle vendite di Apple e Samsung in Cina impone alle due società di realizzare smartphone davvero innovativi (flessibili e 5G), perché con i modelli ora sul mercato si è giunti alla saturazione. E per evitare un tramonto come Nokia, i due colossi dovranno cercare anche nuovi modelli di business: non solo hardware, ma più servizi digitali. Apple deve ritornare al 'think different'.

Anche Samsung, come Apple, subisce una sonora batosta in Cina. Il colosso coreano ha rivisto in negativo le previsioni sul suo ultimo trimestre 2018 nel mercato cinese, ancora prima di presentare i dati ufficiali: parliamo di oltre il 10% in meno rispetto a quanto stimato inizialmente. La società ha comunicato i ricavi previsti a oltre 45 miliardi di euro e peggiori sono le stime sugli utili: 8,4 miliardi di euro con una riduzione del 29% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La causa del flop è da imputare, secondo Samsung, al calo della domanda dei chip di memoria, voce che nel terzo trimestre ha trainato il bilancio dell’azienda. I chip, insieme ai processori, rappresentano per Samsung oltre i tre quarti dei guadagni e circa il 38% delle vendite: li fornisce a tutti i marchi/competitor.

Perché i cinesi preferiscono gli smartphone di Huawei, Vivo, Oppo e Xiaomi agli iPhone e Samsung?

Ma se dai chip spostiamo l’attenzione sugli smartphone Samsung venduti in Cina, notiamo che non rientrano nei primi posti, anzi sono nella generica voce ‘altri’ con una percentuale del 1,3 registrata a inizio 2018 e che per ora si attende essere inferiore all’1%. Un disastro.

E gli iPhone? Sono al quinto posto. Dai dati forniti dalla società di analisi Canalys, aggiornati al terzo trimestre 2018, svettano i cellulari Huawei (con il 25% del volume su un totale di 101 milioni di dispositivi venduti), poi seguono gli smartphone prodotti da Vivo (23%), Oppo (21%) e Xiaomi (13%) e solo dopo gli iPhone.

Dunque spine cinesi per Apple e Samsung, ma perché? Per diversi motivi:

  • Soffrono la feroce concorrenza dei produttori asiatici come Huawei, che offrono prodotti di qualità a prezzi nettamente inferiori. In Cina la fascia di prezzo più alta è di circa 450 dollari, che esclude i costosi modelli di iPhone e Samsung.
  • Un altro aspetto non trascurabile è il sentimento anti-americano diffuso in Cina come conseguenza della guerra commerciale in atto fra i due colossi economici (ieri si sono conclusi i colloqui tra le delegazioni Usa e Cina e Trump ha twittato: “stanno andando molto bene”), sfociata anche nell’arresto in Canada di Meng Wanzhou, Cfo di Huawei e figlia del fondatore del gruppo. Molti consumatori in Cina hanno rottamato l’iPhone dopo questa notizia, avviando un boicottaggio dei prodotti di Cupertino.
  • La maggioranza dei cinesi preferisce gli smartphone Huawei a quelli prodotti da Apple e Samsung anche perché si sceglie una società cinese che punta ad essere leader mondiale nel settore tecnologico, non solo nella telefonia: a ottobre scorso ha comunicato lo sviluppo di due chip di intelligenza artificiale per data center e dispositivi intelligenti e allo stesso tempo punta a potenziare il settore dei servizi e ad avere un ruolo di prima linea nello scenario mondiale sul 5G.

A proposito di 5G, Huawei ha annunciato la commercializzazione del suo primo smartphone 5G a partire dalla seconda metà di quest’anno, invece Apple è in ritardo: “l’iPhone sarà 5G nel 2020”, secondo le indiscrezioni riportate dal sito Fast Company. Così gli smartphone 5G di Huawei faranno “gola” ai consumatori anche senza il pieno arrivo della rete di quinta generazione.

Meno hardware e più servizi digitali, ecco il nuovo trend

Il caso Huawei dimostra che occorre innovarsi e innovare i prodotti per provare ad diventare leader mondiali, così Apple e Samsung per evitare la “sindrome Nokia” non devono sedersi sugli allori, ma pensare a due nuove strategie da mettere in campo:

  1. Realizzare nuovi smartphone innovativi (pieghevoli e 5G), perché con i modelli ora sul mercato si è giunti alla saturazione.
  2. Cercare nuovi modelli di business: non solo hardware, ma più servizi digitali.

Apple deve ritornare al thing different

Gli ultimi modelli di iPhone non incantano più come i precedenti. I consumatori comprano meno smartphone perché già ce l’hanno, spesso ne hanno due, e non vedono nei nuovi device funzioni innovative da spingere all’acquisto. Il mercato della telefonia può di nuovo rilanciarsi con gli smartphone 5G e con quelli in prossima uscita, ossia flessibili, intesi come intelligenti e adattabili: saranno grandi come tablet e si piegheranno a metà per metterli in tasca.

Ma non solo hardware. Il mercato chiede sempre di più servizi digitali: cloud, musica e video in streaming. Rispetto a Samsung, Apple ha già colto questo cambio di paradigma dando vita a Apple Music (conta 50 milioni di abbonati) per contrastare Spotify (80 milioni di abbonati) e alla produzione di serie Tv, ma sfidare Netflix è un’impresa impossibile. L’unico modo per farlo sarebbe stato acquistarla, come suggerito 1 anno fa da due analisti a Tim Cook.

Uno dei tanti errori del ceo di Apple, che rispetto a Steve Jobs, “ha cambiato l’immagine della mela morsicata, da innovatrice ribelle a sinonimo di lusso” (prezzi troppo alti n.d.r.), ha scritto su Repubblica Jaime D’Alessandro: “… ha rallentato sperimentazioni e riducendo a zero le nuove idee”.

Ecco, Apple per non fare la fine di Nokia deve ritornare al think different.

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