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Per Luigi Gubitosi, nuovo Dg Rai, il ‘posto fisso’ non è per niente ‘monotono’. E così il manager, ex Fiat, Wind e Bank of America, smentisce nei fatti il premier Mario Monti, autore di questa famosa affermazione che mesi fa scatenò un vespaio di critiche, ottenendo un contratto a tempo indeterminato per la modica cifra di 650 mila euro (tra parte fissa, parte variabile e indennità di funzione).
Secondo alcuni insider, sarà questo il risultato finale della negoziazione sul contratto che verrà condotta dalla presidente Anna Maria Tarantola su mandato del Cda entro parametri ben stabiliti, tenendo conto anche del contesto complessivo. Sempre da indiscrezioni, la parte fissa della retribuzione del nuovo Dg sarebbe “sensibilmente inferiore” a quella dei predecessori, per Lorenza Lei era di 500 mila euro.
Resta un lauto stipendio, che ha già sollevato le polemiche e la perplessità del rappresentante della Corte Dei Conti in Cda Rai, che ha espresso ‘riserve’ sul voto e sulle conseguenze che il contratto di Gubitosi, in tempi di austerità, determinerà sui conti di Viale Mazzini.
Antonio Verro ha espresso forti dubbi e si è astenuto dal voto, per il fatto che l’argomento non era all’ordine del giorno e che, di fronte a una riduzione degli stipendi per i consiglieri, il 30% circa, non è stato applicato il tetto per i manager pubblici.
“In un contesto difficile, in cui tutti quanti siamo chiamati a fare sacrifici, avrei auspicato maggiore sobrietà sulle clausole relative al compenso del nuovo Dg”, ha spiegato Verro.
Intanto gli italiani devono adeguarsi alle misure di spending review e il governo sta lavorando al provvedimento di fissare appunto una soglia massima per lo stipendio dei dirigenti pubblici, che sarebbe stato quantificato in 294 mila euro lordi l’anno. Meno che la metà dello stipendio di Gubitosi.
A questo si aggiunga che, se si dovesse andare alle elezioni e cambiassero gli equilibri politici, Gubitosi potrebbe essere rimosso dal suo incarico, resterebbe tuttavia in Rai con altra funzione ma identico compenso.
Qualcuno ha asserito che una cifra simile era già stata pagata ad altri dirigenti Rai, come il precedente Dg Lorenza Lei, ma resta difficile da mandar giù in un momento di grave crisi della Tv pubblica, che ha urgente bisogno di sanare i propri conti. Non a caso in molti avevano plaudito all’arrivo dei due banchieri a Viale Mazzini, due figure tecniche con grande dimestichezza coi numeri, in grado di poter finalmente far quadrare i conti. Ed è di questo che ha infatti parlato nella sua prima riunione di Cda il presidente Anna Maria Tarantola, ‘risanare i conti’. Lei che intanto si accontenta di 400 mila euro circa.
Già oggi è stato convocato un nuovo Cda, con all’ordine del giorno la discussione sul conferimento delle nuove deleghe ai vertici aziendali. Tema molto caldo, che ha sollevato aspre polemiche e il malumore serpeggia nell’aria.
In riunione stamattina è stata registrata l’obiezione da parte di alcuni consiglieri, convinti che a prevalere debba essere la legge e non la norma statutaria Rai.
Viene, infatti, sottolineato che le modifiche e di conseguenza l’attribuzione di nuovi poteri al vertice aziendale sono materia parlamentare, visto che il servizio pubblico radiotelevisivo è regolato dalla legge Gasparri. Le indiscrezioni parlano di due fronti nettamente distinti all’interno del Consiglio di amministrazione.