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La Francia prosegue con il proprio obiettivo: tassare gli over-the-top. François Hollande ha deciso in questo senso di proseguire la battaglia agli OTT avviata da Nicolas Sarkozy (Leggi Articolo Key4biz), per fare in modo che le grandi web company americane possano contribuire al fisco nei Paesi europei dove operano e producono lauti guadagni.
Come Key4biz aveva anticipato lo scorso 12 luglio (Leggi Articolo), la Francia intende avviare un esame approfondito, per elaborare proposte con l’obiettivo di ridurre il gap competitivo che penalizza le aziende d’oltralpe.
Il lavoro è stato affidato a una squadra di esperti che entro l’autunno presenteranno le proprie osservazioni sui provvedimenti da adottare per trovare nuove risorse e rilanciare la digital economy.
Gli OTT americani – Google, Apple, Facebook e Amazon – sono ovviamente nel mirino del Ministero francese dell’economia. I ‘giganti del web’, che svolgono la loro attività sul territorio nazionale, avvantaggiandosi delle infrastrutture locali, senza contribuire al fisco, sono ormai l’incubo del governo.
I partiti politici, di destra come di sinistra, da tempo denunciano quella che ritengono una ‘concorrenza sleale‘ da parte dei grossi gruppi americani, che hanno sede nei Paesi europei con un regime fiscale più favorevole, ma operano in Francia. Google ha sede in Irlanda e paga meno tasse di quanto non ne pagherebbe certamente nell’Esagono.
Ma la Francia ha anche fatto di più. Ha deciso di coinvolgere Italia, Spagna e Germania in questa operazione, come ha annunciato Philippe Marini (UMP), presidente della Commissione finanze del Senato, in visita a Roma in un’intervista rilasciata a Il Mondo.
I tre Paesi potrebbero allearsi con l’obiettivo di inserire la fiscalità sulle web company nell’Agenda europea e spingere Bruxelles a trovare una soluzione condivisa.
“Non possiamo sopportare il fatto di essere semplicemente un mercato da sfruttare al massimo per questi gruppi che hanno in Europa posizioni dominanti”, ha detto Marini.
Per questa ragione il senatore UMP tornerà in Italia, ma anche nelle altre capitali, “per sensibilizzare i governi nazionali e arrivare, entro fine anno, a elaborare delle proposte di legge sulla fiscalità di queste multinazionali”.
“E’ già previsto – ha precisato Marini – che nel 2019 queste società versino le imposte nel Paese di consumo. Resta però una fascia grigia fino a quella data con un importante flusso fiscale mancato per gli Stati europei”.
“A medo termine – ha concluso il senatore francese – mi piacerebbe velocizzare a livello europeo i tempi di una nuova fiscalità a vantaggio del Paese consumatore”.
Secondo il Consiglio nazionale del digitale (CNN), i quattro colossi americani – Google, Apple, Facebook e Amazon – generano in realtà un fatturato dai 2,5 a 3 miliardi di euro, ma non pagano che 4 milioni di euro di imposte in Francia mentre, se fossero sottoposti al regime fiscale francese, avrebbero dovuto versare alle casse dello Stato almeno 500 milioni di euro.
Ma, avendo sede spesso in Irlanda o Lussemburgo, questi gruppi si sottraggono in modo del tutto legale al pagamento di numerose imposte. Se si considerano i cinque maggiori mercati europei, si possono stimare perdite annue, in termini di mancati incassi per gli Stati, superiori al miliardo di euro.
La mission di questa squadra di esperti sarà quella di “creare le condizioni per un’equa ripartizione delle tasse tra tutti gli stakeholders, a sostegno della competitività della filiera francese del digitale. in particolare, si cercherà di presentare delle proposte in materia di localizzazione e tassazione degli utili, del fatturato o, eventualmente, di altre basi imponibili”.