Facebook: ricavi oltre le attese, ma il titolo crolla. E il Facebook Phone? Mark Zuckerberg smentisce

di Cinzia Guadagnuolo |

Wall Street preoccupata per le possibili perdite degli annunci pubblicitari sugli accessi mobili. Intanto è stata quasi raggiunta la cifra record: 1 miliardo di utenti nel mondo.

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Mark Zuckerberg

Nel secondo trimestre dell’anno, il titolo Facebook ha perso. Anzi, è crollato. La percentuale si attesta infatti a oltre il 10% nel dopo mercato di ieri. I risultati non sono in linea con le aspettative (e la grande curiosità) che la quotazione a Wall Street del titolo aveva suscitato in tutto il mondo nel maggio 2012.

Nonostante il titolo, tuttavia, gli utili sono invece in linea con le attese. Anzi, sono andati oltre: il fatturato ha superato le stime, attestandosi a 1,18 miliardi di dollari, contro un’attesa di 1,1 miliardi. Sebbene il risultato positivo, il titolo è rimasto sotto pressione. Dopo una giornata in rosso conclusa in calo dell’8,5 per cento a 26,84 dollari per azione, il titolo di Facebook ieri è arrivato a perdere, appunto, oltre il 10 per cento. Il social network ha registrato nel secondo trimestre dell’anno perdite per 157 milioni di dollari, o 8 centesimi ad azione.

 

Tra le preoccupazioni degli investitori vi è il rallentamento del fatturato, legato al fatto che sempre più utenti accedono attraverso dispositivi mobili, e il punto critico rimane quello degli annunci pubblicitari. Se Mark Zuckerberg e i suoi continuano a sottolineare che hanno intenzione di non aumentare gli annunci pubblicitari su dispositivi mobili per evitare di irritare gli utenti, così facendo alimentano preoccupazioni a Wall Street. Dal debutto lo scorso maggio nel Nasdaq, con Ipo da 38 dollari ad azione, ora la media è di 24 dollari. Si tratta di un calo di circa il 37 per cento. 

 

Inoltre, se Facebook continua a crescere la propria base di utenti e il ricavo medio per utente (ARPU), la maggior parte di tale crescita si è registrata al di fuori degli Stati Uniti, dove l’azienda guadagna una percentuale minore su base utente rispetto agli utenti del Nord America.

Una soluzione potrebbe essere quella di puntare, come trapela sempre più, sulle cosiddette ‘sponsored stories‘, le storie sponsorizzate nel News Feed, punta di diamante nella strategia mobile del gruppo, perché di grande interesse per gli inserzionisti. Le storie sponsorizzate nel News Feed hanno generato più di 1 milione di dollari al giorno, con la metà del risultato proveniente da mobile.

 

La trimestrale ha anche fornito i dati aggiornati sul numero di utenti iscritti a Facebook. Secondo le ultime stime, ci sono 955 milioni di utenti sparsi in tutto il mondo, di cui 246 milioni in Europa. Ormai non manca molto al raggiungimento di 1 miliardo di utenti iscritti su Facebook, nonostante la crescita sia in lieve calo.

 

Altre novità riguardano il cellulare Facebook, attesto nel 2013. Il Facebook Phone non si farà, secondo quanto ha detto, nel corso dell’assemblea degli azionisti, il fondatore e presidente Zuckerberg, perché “sviluppare un nostro cellulare non avrebbe senso per noi“. E ha così argomentato le sue motivazioni: “Facebook è l’applicazione più utilizzata su tutte le piattaforme mobili. Ora i nostri obiettivi sono aumentare la profondità dell’esperienza e accrescere il numero di utilizzatori. Non vogliamo solo proporre applicazioni che gli utenti utilizzeranno ma anche facilitare la loro integrazione con i sistemi mobili e sviluppare un ecosistema o altre applicazioni da aggiungere a Facebook“.

 

Nel web continuano a circolare più voci che vogliono uno smartphone marchiato Facebook e prodotto dai taiwanesi di HTC sul modello di ChaCha, ossia il primo telefono al mondo dotato di pulsante Facebook fisico per un accesso diretto al social network e a speciali funzionalità. Solo voci o qualcosa di più? Del resto ne ha parlato anche una fonte autorevole come il New York Times. Si è detto anche di una campagna acquisti pesante da parte di Zuckerberg che avrebbe ingaggiato una dozzina di ingegneri e sviluppatori “rubati” nientemeno che a Apple.

Come sempre, il mercato si muove tra indiscrezioni e sorprese. È stata scritta la parola fine?

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