Europa
La proposta di ETNO relativa alla revisione delle regole internazionali sulle telecomunicazioni (ITRs) non intende dare maggiore potere all’ITU, ma piuttosto impedire che alcuni Stati membri intervengano per regolamentare ulteriormente internet.
È quanto ha chiarito il presidente del board ETNO, Luigi Gambardella, in un’intervista al sito CNET nella quale ha spiegato gli obiettivi e lo scopo delle proposte degli operatori europei in vista della prossima Conferenza mondiale sulle telecomunicazioni (WCIT-12) che si svolgerà a dicembre a Dubai.
Tali proposte, sottoposte a giugno all’ITU e che verranno discusse nel corso del WCIT-12, non sono state proprio ben accolte oltreoceano, dove le web company – che coi loro servizi generano la gran parte del traffico web – hanno gridato all’attentato alla libertà della rete o ancora di tentativo delle telco europee di imporre una tassa sul traffico internet, sulla base del principio ‘sender-party-pays’ (paga il mittente).
Secondo Gambardella, tuttavia, ETNO “non intende modificare internet come lo conosciamo oggi, né i servizi che vengono offerti sulla rete”, quanto fare in modo che questi vengano offerti sulla base della ‘quality of service‘ (QoS, qualità del servizio) e non come avviene oggi sul ‘best effort’.
In questo modo, spiega, “un fornitore di servizio, anche europeo, che vuole vendere un film potrà stipulare un accordo commerciale con l’operatore di rete per far sì che il film abbia una qualità del servizio e una certa velocità”. In questo modo, il service provider “potrà avere un ricavo supplementare che oggi non può avere a causa delle limitazioni della rete e del best effort, che a volte non garantiscono la qualità”, mentre il consumatore “ha qualcosa che a oggi ancora nessuno gli ha offerto”. E anche gli operatori, sui quali ricade la responsabilità di garantire le prestazioni della rete, potranno ottenere il giusto compenso per il servizio offerto.
Tutto ciò sarebbe basato su contratti commerciali e in questo contesto le ITRs fungerebbero da ‘principi di alto livello’, una sorta di ‘costituzione’ che sancirebbe il principio che “gli operatori sono liberi di negoziare accordi commerciali oltre il best effort. Accordi che siano basati sul valore dell’informazione non sui bits”, ha chiarito Gambardella, con buona pace degli oltranzisti della net neutrality, il cui motto è ‘tutti i bit nascono uguali’.
Questo principio farebbe anche in modo che nessun governo possa intervenire e chiedere ulteriori regole che impediscano agli operatori di differenziare il traffico sulla base della qualità ed è questo il reale obiettivo delle proposte ETNO.
“Il paradosso – ha affermato ancora il chairman del board dell’associazione degli operatori europei – è che le nostre proposte ambiscono proprio a evitare possibili ingerenze degli Stati sulla rete. Esattamente il contrario di quanto invece è stato detto”.
Negli Usa, infatti, le proposte di revisione delle ITRs avanzate da ETNO sono state bollate come ‘pericolose’ (Verizon), ‘inutili’ (Internet Society), ‘dannose per gli utenti dei paesi meno sviluppati’ (Google).
Gambardella ha quindi sottolineato che la proposta ETNO è aperta a eventuali modifiche e miglioramenti provenienti dalle società americane le quali – ha aggiunto – probabilmente, non si oppongono tanto alla ‘sostanza’ delle proposte, quanto al fatto che vengano discusse in seno all’ITU.
“Il problema è che vogliamo più scelta e in questo modo i consumatori l’avranno, così come possono scegliere di prenotare un biglietto in business class se ritengono che risponda meglio alle loro esigenze di viaggio. In ogni caso – conclude – non toccheremo internet. Niente cambierà, aggiungeremo solo nuovi servizi di migliore qualità”.