‘Premio eGov 2012’: il Comune di Lamezia Terme in gara per il concorso nazionale

di |

Italia


eGovernment

Il Comune di Lamezia Terme è tra i 135 progetti in gara per il concorso “Premio E-gov 2012” che si terrà a Riccione il prossimo  20 settembre. Con questa manifestazione si premiano ogni anno i migliori progetti d’innovazione sviluppati dalle Pubbliche Amministrazioni. Giunto alla sua VIII edizione, il premio si è affermato sempre più quale riconoscimento riservato alle Pubbliche Amministrazioni che hanno sviluppato progetti egovernment in grado di portare benefici reali a favore delle loro strutture e verso i cittadini-utenti.

 

I contenuti del progetto presentato dal Comune di Lamezia Terme sono stati illustrati dal dirigente dell’Area organizzazione, sviluppo delle risorse umane e rapporti con i cittadini del Comune, Biagio D’Ambrosio, in un articolo pubblicato sul sito di approfondimento per i professionisti della Pubblica Amministrazione digitale, Egov News. Nell’articolo dal titolo “Lamezia Terme spinge per la spending review 2.0: l’innovazione parte dalle persone” a firma di Simona Silvestri si parla di “un altro esempio di amministrazione al passo coi tempi: a Lamezia Terme entra in scena il progetto “Spending Review 2.0“.

«Cabine e pali della luce intelligenti, – si legge nell’articolo – sensori ultramoderni, pannelli fotovoltaici e molto altro ancora: e se l’innovazione delle nostre città, anziché dagli oggetti, partisse dalle persone? A Lamezia Terme se lo sono chiesti e hanno deciso di passare dalle parole ai fatti, con il progetto “Spending Review 2.0“. “Abbiamo constatato che in un percorso di innovazione, più che da dispositivi nuovi o dalle varie agende digitali, si può partire dagli strumenti che abbiamo già a disposizione, previsti dal sistema normativo” spiega Biagio D’Ambrosio, dirigente dell’Area organizzazione, sviluppo delle risorse umane e rapporti con i cittadini del Comune di Lamezia Terme.

 

Una rivoluzione culturale, più che tecnologica, nata dalla considerazione che “forse comincia a essere necessario lavorare più sulle persone, combattendo certi comportamenti e quella pigrizia mentale che finora hanno causato sprechi e un aumento dei costi“. A partire dal gennaio 2011 il comune calabrese ha dunque concluso lo switch off dei servizi, col passaggio pressoché totale al digitale e la dematerializzazione dei diversi procedimenti, dotandosi di un sistema di protocollo informatico che, oltre ad abbattere i costi, consente una maggiore velocità e precisione nell’esecuzione, permettendo di seguire passo per passo l’intero iter di qualsiasi procedura. Tutti i documenti cartacei in entrata arrivano dunque al protocollo, dove, dopo essere stati digitalizzati, vengono indirizzati sulle scrivanie virtuali gestite dalle varie professionalità coinvolte nel procedimento. Nei vari passaggi, l’iter è totalmente trasparente e visibile in ciascuno step dai singoli operatori cui sono stati assegnati, nel workflow, i privilegi necessari per proseguire il lavoro. I dirigenti mantengono la visibilità delle fasi eseguite e dei documenti e atti prodotti che vengono uploadati durante l’intero processo.

Un procedimento semplice e di facile applicazione, – si legge ancora – che ha consentito fin dal primo gennaio 2012 allo scorso 30 agosto di protocollare in uscita circa 18 mila documenti, diecimila dei quali in formato digitale attraverso la Pec, con un risparmio più che consistente ottenuto grazie al mancato uso delle raccomandate e alla stampa dei documenti. Una cifra importante attestata, nell’arco di poco più di un anno, intorno ai 500 mila euro, derivati dall’eliminazione della carta e dei costi correlati (toner, manutenzioni, postali, personale per trasporto pratiche e imbustamento carta). A questo si è inoltre aggiunta la possibilità di “riutilizzare” parte dei dipendenti pubblici, precedentemente predisposti allo smistamento e alla consegna delle raccomandate o alla gestione dei documenti cartacei, ad altri servizi. “Al protocollo abbiamo liberato del personale che abbiamo potuto impegnare nell’apertura dei musei o delle biblioteche, o destinare ad altre funzioni che, senza quest’integrazione, iniziavano ad avere alcune difficoltà a causa del blocco del turn over e dei concorsi“.

Numeri e conseguenze molto importanti, dunque, ma non sono tutte rose e fiori, spiega D’Ambrosio, soprattutto nel momento in cui ci si relaziona con i cittadini e gli altri enti. “C’è un po’ di pigrizia trasversale, non solo da parte dei cittadini e dagli stakeholders che, chiamati a darci suggerimenti per creare servizi più corrispondenti ai loro bisogni, hanno dimostrato una scarsa partecipazione, ma anche da parte di alcuni enti pubblici. Nonostante la Pec rappresenti oggi uno strumento necessario di comunicazione tra amministrazioni, ancora oggi riceviamo quintali di carta dagli altri enti restii al cambiamento“. Altro che tecnologie 2.0: a Lamezia si lavora per persone 2.0. Perché il modello avviato dal Comune sia realmente efficiente, conclude D’Ambrosio, c’è bisogno di vincere una certa resistenza da parte della altre Pubbliche Amministrazioni poco propense all’informatizzazione dei procedimenti: “La digitalizzazione, per incidere sui costi e ridurli, deve essere completa perché altrimenti rischia addirittura di ampliarli. L’esperienza che abbiamo realizzato è facilmente replicabile in altre amministrazioni, senza la necessità di spese ulteriori: non occorrono investimenti, quanto piuttosto la volontà concreta di innovare”.

 

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz