Se la domenica e nei giorni festivi non puoi fare acquisti in tutti i negozi fisici, allora non puoi neanche fare, fino in fondo, shopping sui siti di aziende che svolgono l’attività commerciale in Italia. Riguarda anche l’eCommerce il disegno di legge, presentato dal Movimento 5 Stelle, con cui si propone una nuova disciplina dell’apertura festiva degli esercizi commerciali. Nuove regole, quindi. Non una chiusura totale di tutti i negozi. “Non vorremmo una concorrenza sleale dei negozi online rispetto a quelli fisici”, ci ha detto Massimiliano De Toma, deputato M5S e secondo firmatario della proposta di legge: “così proponiamo una soluzione anche per l’eCommerce”. Infatti nella parte introduttiva del testo si legge: “Nei giorni festivi il consumatore potrà continuare a collegarsi ai siti di eCommerce, scegliere e completare l’ordine di un prodotto, ma dovrà essere chiaro che l’attività commerciale in questione, se si svolge in Italia, non sarà esercitata in alcune delle sue fasi”.
In sostanza si punta all’introduzione del ‘blocco operativo’ degli acquisti online la domenica e nei giorni festivi: non si potrebbe iniziare la preparazione del pacco né tantomeno la consegna. La misura riguarda non tutti i siti di eCommerce, ma quelli che svolgono un’attività commerciale in Italia.
“Il Governo ci vuole riportare all’Età della pietra. Vogliono pure chiudere le vendite on line”, ha ribattuto Massimiliano Dona, presidente dell’unione nazionale consumatori, “l’unico settore che sta salendo a due cifre, +13,6% le vendite annue del commercio elettronico, contro un -0,1% della grande distribuzione e -1,5% dei piccoli negozi secondo gli ultimi dati Istat relativi al mese di luglio. Cercano di bloccare il nuovo e la modernità, tornando al passato e al vecchio”, ha concluso Dona.
La precisazione di De Toma dopo la pubblicazione dell’articolo
“Vorrei precisare che non è intenzione bloccare Amazon e in generale l’eCommerce. Quest’ultimo è un aspetto che come tanti altri sulla materia degli orari verrà affrontato e considerato insieme a tutte le parti coinvolte”, ci ha fatto sapere De Toma dopo la pubblicazione dell’articolo. (Aggiornato il 12 settembre ore 11:45).
Vedremo se la stretta sull’eCommerce farà parte del Testo Unico, a cui punta la Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera che ha in esame ben 5 proposte di legge di modifica degli orari di apertura degli esercizi commerciali. Le altre sono della Lega, PD, il consiglio regionale delle Marche e una d’iniziativa popolare.
“L’obiettivo è presentare all’Aula un Testo Unico”, ha aggiunto De Toma, componente della Commissione e per anni è stato presidente di Federmoda Roma della Confcommercio, “nei prossimi giorni ascolteremo le audizioni di tutti i soggetti interessati”, ha aggiunto “con l’intento di dar vita al commercio del cambiamento, perché la liberalizzazione dell’orario di apertura degli esercizi commerciali non ha prodotto benefici al settore, ma solo costi in più per i commercianti. Se prima i consumatori facevano gli acquisti sei giorni su sette ora lo stesso budget è spalmato su sette giorni”. Per De Toma, Davide Crippa (M5S) e gli altri firmatari della proposta di legge: “La conseguenza di questa deregulation è infatti che gli operatori della grande distribuzione competono tra loro incidendo sulla tutela dei lavoratori e costringendo il personale a turni massacranti e senza scelta, anche nei giorni festivi, persi in quello che non si può fare altro che definire come ricatto occupazionale”.
Tutti i negozi chiusi la domenica e nei giorni festivi oppure aperture con criterio?
A livello mediatico si è parlato di una serrata totale dei negozi la domenica e nei giorni festivi. “L’aperura la domenica sarà possibile, ma con nuove regole”, ha detto a Key4biz Massimiliano De Toma (M5S) e sono escluse le attività di vendita di cibo e bevande (supermercati e ristoranti, ecc..). Infatti la proposta di legge punta all’abolizione delle liberalizzazioni, introdotte in modo definitivo dal Governo Monti nel 2011 come una delle misure anticrisi, e prevede di “ricondurre la competenza legislativa e la potestà regolamentare nel settore del commercio alle Regioni e agli enti locali, ai quali spetta il compito di una pianificazione della turnazione delle festività lavorative che non ricada pesantemente sui diritti dei lavoratori e che tuteli contemporaneamente i diritti dei consumatori”. Dunque un ritorno al passato.
La decisione dei negozi chiusi spetterebbe alle Regioni e ai Comuni, sentiti anche le associazioni di categoria, dei lavoratori e dei consumatori: “adottano un piano per la regolazione dei giorni di apertura, il quale deve prevedere turni a rotazione per l’apertura degli esercizi medesimi nelle domeniche e negli altri giorni festivi”, è scritto nel primo articolo della proposta di legge targata M5S.
Il piano per la regolazione dei giorni di apertura prevede, inoltre, per ogni Comune l’apertura del 25 per cento degli esercizi commerciali per ciascun settore merceologico in ciascuna domenica o giorno festivo. La liberalizzazione completa resterebbe solo per gli esercizi commerciali nei Comuni turistici.
Infine la proposta di legge M5S pone però un tetto massimo di giornate festive lavorative: non più di 12 l’anno per ciascun esercizio commerciale, “su un modello che è già stato sperimentato con successo a Modena”, si legge nel testo. La città dell’Emilia- Romagna laboratorio nazionale?