È scontro aperto tra il Governo e i giornalisti. In particolare tra Vito Crimi, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Informazione e all’Editoria, e Carlo Verna, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti.
Ecco il motivo del faccia a faccia: Crimi ha intenzione di abolire l’Ordine dei giornalisti. Il sottosegretario ha lanciato il guanto di sfida, ieri, durante l’audizione davanti alla Commissione Cultura della Camera, in cui ha illustrato le linee programmatiche del Governo in materia di editoria. Lo aveva già fatto il 31 luglio scorso, se in quell’occasione ha promesso lo stop graduale del finanziamento pubblico all’editoria, ieri ha chiaramente minacciato l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti.
“Ha senso ancora che l’Ordine dei giornalisti esista? Ha svolto la funzione che dovrebbe avere? Anziché fare subito un decreto di abolizione dell’Odg”, ha spiegato il sottosegretario, “ho avuto l’accortezza di incontrare i nuovi vertici dell’Ordine. La mia prima preoccupazione è stata quella di attendere questo processo di autoriforma generale che stanno cercando di mettere in atto. Una proposta ad ampio raggio che non riguarda solo la governance ma anche l’accesso alla professione. Mi dicono che a ottobre questi interventi dovrebbero essere proposti, a seguito di ciò faremo le nostre valutazioni. Se ancora ci sono i presupposti per abolire l’Ordine dei giornalisti sarò qui a proporvelo”, ha minacciato Crimi.
Immediata è stata la dura replica di Carlo Verna, il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti: “andiamo avanti nel nostro cantiere di riforma, senza pressioni e condizionamenti di alcun tipo”.
Poi la stoccata. Verna ha fatto presente al sottosegretario con delega all’Informazione e all’Editoria che l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti non è presente nel contratto del Governo M5S-Lega. Soprattutto se è lo stesso Governo, ha continuato il numero uno dell’Ordine, che in queste ore non rispetta la legge sulla riforma del servizio radiotelevisivo. Il riferimento è allo stallo Foa-Rai.
“Nessuno pensi che minacce abolizioniste dell’Ordine possano tacitare i giornalisti”, ha concluso Verna.
Il Piano di Crimi. Al posto dell’Ordine dei giornalisti comunicatori e social media manager
Se il Governo giallo-verde dovesse decidere l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti quale sarebbe la riforma alternativa? “Dobbiamo parlare delle nuove professioni, di un nuovo modo di fare informazione: c’è l’insieme dei comunicatori, dei social media manager, tutto un nuovo tema: non è solo l’informazione condivisa, ma un’informazione nuova e diversa con strumenti diversi”. Questo è il piano presentato da Crimi in audizione alla Camera da realizzare qualora ci fossero le condizioni per proporre l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti istituito dalla legge n. 69 del 1963. (Ecco il testo della legge).
Lo scontro Governo-giornalisti ritornerà nel vivo il prossimo mese. “Ai primi settembre ho intenzione di aprire dei tavoli di confronto con tutti i soggetti interessati su tre temi: uno sul giornalismo, uno sulla Siae e sul diritto d’autore, che non è una cosa di competenza esclusiva del Mibact, e uno sulla filiera dell’editoria nel suo complesso, che è un settore che va rivisto”, ha fatto sapere Crimi, che oggi è ritornato sulla vicenda scrivendo su Facebook un lungo post. Termina così: “Non servono proclami: difenderò sempre i giornalisti, la libertà di raccontare le notizie e la verità, il diritto ad avere un lavoro dignitosamente retribuito, il riconoscimento delle dovute tutele. Difenderò tutto questo con atti legislativi e provvedimenti concreti. Ma, per favore, non chiedetemi di difendere l’Ordine dei Giornalisti”.