Un mese fa il Ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, passando in visita allo stabilimento Leonardo di Pomigliano d’Arco, ha dichiarato: “Il Nord da solo non ce la fa, se non cresce il Sud. Il lavoro lo creano le imprese grandi e piccole, che nel mezzogiorno hanno una grande funzione sociale. I fondi europei per il Sud li gestirà il ministro per il Mezzogiorno, che è anche quello con la delega alla Coesione territoriale, retto da Barbara Lezzi”.
Ieri il suo Ministero ha varato una nuova misura a sostegno proprio della crescita e del lavoro, ma anche dell’innovazione, che oggi è uno dei driver più efficaci sul mercato interno e internazionale: “Sono disponibili oltre 340 milioni di Euro per il nuovo intervento ‘Macchinari Innovativi’ a favore delle micro, piccole e medie imprese”.
Come tutti gli interventi di questo tipo, la misura è volta a sostenere la realizzazione di programmi di investimento nelle Regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), diretti a consentire la transizione del settore manifatturiero verso la cosiddetta Fabbrica Intelligente.
Nonostante le pesanti critiche piovute sul Decreto Dignità, soprattutto per la parte relativa all’aumento dei costi dei contratti a tempo determinato (a cui sembra non corrispondere la diminuzione di quelli per i contratti a tempo indeterminato), il Ministro ha valutato la nuova misura 4.0 come molto positiva e pienamente in linea con le politiche industriali del Governo: “Con questo programma s’intende favorire la crescita economica e al contempo rafforzare le piccole e medie imprese che sono più in ritardo nel fronteggiare la sfida del mercato globale, che per molte realtà – specialmente del Sud – rappresenta una montagna che non può essere scalata in solitudine”.
L’iniziativa andrà a valere sul PON Imprese e Competitività 2014-2020 FESR e sul collegato Programma nazionale complementare di azione e coesione.
Per le imprese che realizzeranno investimenti innovativi, che (in coerenza con il piano nazionale “Impresa 4.0” e la “Strategia nazionale di specializzazione intelligente”) consentono l’interconnessione tra componenti fisiche e digitali del processo produttivo, è prevista una combinazione di agevolazioni.
Nello specifico, tale combinazione, è spiegato nella nota del MiSE, varierà di volta in volta in relazione alla dimensione dell’impresa, componendosi di contributi in conto impianti e finanziamenti agevolati.
I termini di apertura e le modalità di presentazione delle domande saranno definiti in un successivo provvedimento.
L’industria italiana 4.0 continua a mandare segnali positivi, nonostante il cambio di Governo e queste prime settimane di assestamento dell’esecutivo.
Secondo i nuovi dati forniti da Ucimu Confindustria relativi a macchine utensili e robot per l’industria 4.0 nel secondo trimestre 2018, gli ordini sono cresciuti del 2,8%, con un +0,5% sul mercato interno e un +3,6% sui mercati esteri, Germania in primis, seguita da Francia, Cina e Polonia.
Dal punto di vista dei costruttori Ucimu, invece, il consumo di beni strumentali dovrebbe superare i 5 miliardi di euro, il doppio rispetto al 2014.
Eppure, non tutto fila liscio e le criticità sono tutti ancora lì sul tavolo, tra cui la carenza di professionalità digitale nel nostro Paese e la debole convinzione delle Istituzioni in questo nuovo paradigma economico che, nonostante il tentativo di recupero del grave gap che ci separava dai principali partner europei, ci vede ancora ad uno stadio di sviluppo dell’industria 4.0 piuttosto acerbo e frammentato.