Lo standard tecnologico che aprirà la strada al nuovo mercato, promettente, delle auto connesse (connected cars) fa discutere a Bruxelles. La Commissione Europea è chiamata a presentare una proposta legislativa in materia il prossimo autunno, che dovrebbe definire quale tecnologia di connessione sarà utilizzata di default a bordo dei veicoli per portare a bordo nuovi servizi e funzioni online, come la frenata automatica o nuovi sistemi di entertainment in auto.
Secondo Euractiv.com, il dibattito è acceso sullo standard tecnologico da utilizzare per consentire lo sviluppo dei nuovi servizi. Alcune case automobilistiche sono schierate per lo standard di connessione a corto raggio V2V (Vehicle to Vehicle) basato sul WiFi, mentre gli operatori Tlc sono più propensi a sposare lo standard di connessione a lungo raggio basato su reti cellulari che in futuro potrà contare sul 5G.
Neutralità tecnologica complicata
Ad oggi, la Commissione ha adottato una posizione dichiarata di “neutralità tecnologica”, nella bozza della proposta di legge allo studio avrebbe l’intenzione di chiedere ai produttori di prevedere entrambi i sistemi di comunicazioni, sia il V2V basato sul WiFi sia quello basato su reti cellulari e in futuro sul 5G.
Un possibile compromesso potrebbe essere quello di garantire l’interoperabilità fra tutti i sistemi di connessione fra veicoli. Il che prevederebbe però costi maggiori e tempi più lunghi per lo sviluppo di sistemi basati sul 5G, a lungo raggio di trasmissione, compatibili con il più datato V2V che al momento negli Usa è già stato testato ma che dopo l’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca è stato un po’ accantonato.
Le riserve di Finlandia e Spagna
Secondo alcuni stati Ue (Finlandia e Spagna in prima fila), però, la Commissione in realtà darebbe la precedenza al V2V come standard, creando di fatto una situazione di “lock in” tecnologico tutt’altro che neutrale, imponendo alle case automobilistiche di rendere compatibile il sistema di connessione cellulare a questo sistema.
In particolare, la Finlandia non è favorevole al fatto che la nuova normativa al vaglio di Bruxelles contenga riferimenti espliciti al V2V come standard de facto delle connected cars, senza un altrettanto esplicito riferimento normativo al 5G, che non è riconosciuto ancora come standard dagli organismi internazionali.
Secondo Euractiv.com, anche gli altri paesi scandinavi (Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda) sono critici nei confronti della Commissione Ue in materia di connected cars e non vogliono che un unico standard venga prescelto per lo sviluppo dei nuovi servizi. La richiesta è di mantenere aperta l’opzione per lo standard del sistema cellulare (C-V2X, Cellular Vehicle to Everything) che gira sulle frequenze 5.9 Ghz destinato ai servizi di trasporto intelligente, compatibile con il 5G.
La posizione della Gsma
La Gsma, associazione che rappresenta gli interessi degli operatori mobili globali, sostiene il sistema cellulare V2x (Vehicle to everithing) e bacchetta il V2V perché il suo sviluppo potrebbe “seriamente ostacolare” lo sviluppo di sistemi più avanzati, chiudendo (lock-in) il mercato in un paradigma tecnologico già superato e non “future proof”.
Commissione Ue
La Commissione Europea, che di fatto ha sempre legato il mercato nascente delle connected cars al 5G, dovrà prendere una decisione sulla tecnologia da adottare in autunno. Alcuni player di primo piano delle due industry, come Bmw e Vodafone, sostengono una posizione di “neutralità tecnologica” che consentirebbe lo sviluppo di entrambi i sistemi.
C’è poi da dire che negli Usa il sistema a corto raggio V2V, basato sul WiFi, è già stato ampiamente testato e sostenuto con pesanti finanziamenti pubblici.
Di fatto, diverse case automobilistiche come Renault, Toyota, Hyundai e Volkswagen, sostengono lo standard V2V con l’appoggio di diversi stati membri della Ue tra cui Francia, Svezia e Olanda, secondo fonti del Financial Times.
Volkswagen per esempio ha annunciato che alcuni modelli saranno muniti di sistema V2V a partire dal 2019.
Vantaggi del V2V
I sostenitori del V2V puntano il dito contro i possibili difetti di trasmissione del sistema cellulare, che deve connettersi ad una rete prima di collegarsi all’auto, rendendo il tutto rischioso quando servono azioni nell’ordine del millisecondo in auto (ad esempio una brusca frenata).
Vantaggi del 5G
Dal canto loro, le compagnie Tlc sostengono che il sistema cellulare è più sicuro perché essendo a lungo raggio crea una sorta di cuscinetto di sicurezza di 1.000 metri visto che la distanza che copre è molto più lunga di quella del V2V. I supporter del sistema cellulare sostengono inoltre che mentre il sistema a corto raggio del V2V può scoprire che l’auto di fronte si è fermata all’improvviso, il loro sistema a lungo raggio può registrare un incidente stradale a distanza e reagire con più largo anticipo.
Ma l’argomento più forte a favore del sistema cellulare, secondo Analysys Mason, è che può migliorare il sistema dei trasporti nel suo complesso, sfruttando il lungo raggio per gestire al meglio i sistemi semaforici e riducendo il traffico cittadino.
In sintesi, il sistema cellulare consente di inserire chip e sensori non solo nelle auto ma anche nelle strade, nei lampioni e nei semafori creando un ecosistema di comunicazione wireless più ampio per consentire al guidatore di avere un quadro più ampio della situazione. Il sistema V2V al contrario può funzionare soltanto per singoli veicoli.
Neutralità tecnologica
C’è chi infine sostiene un approccio neutrale, come ad esempio Vodafone, Telefonica, Audi, Bmw, Daimler, Ford e Jaguar Land Rover che spingono appunto per la neutralità tecnologica sotto l’ombrello della 5G Automotive Association presieduta da Audi.