Entro il 2030 oltre due terzi dell’intera popolazione umana abiterà in aree urbane. In tutte le città del mondo si avranno 2,5 miliardi di nuovi residenti nel 2050. L’80% dell’energia mondiale sarà destinata al fabbisogno delle grandi metropoli globali. Su questi numeri si aperta la prima conferenza italo-tedesca sulle smart cities.
Ieri all’evento di Berlino, “Le smart cities come vettore di sviluppo sostenibile e inclusivo: una sfida europea”, tenutosi presso l’ambasciata italiana in Germania, si sono riunite 150 personalità del mondo della politica, dell’impresa, dell’industria e della finanza, provenienti da Berlino e Monca, da Firenze, Roma, Milano e Torino, per confrontarsi su mobilità elettrica e sostenibile (smart mobility), trasformazione digitale urbana e partecipata, ma anche di energia pulita e smart communities.
“Le città svolgeranno un ruolo chiave nella transizione energetica e – facendo leva sulle loro capacità di innovazione e di cambiamento – possono guidare la transizione verso un futuro più sostenibile. Lo sviluppo di infrastrutture energetiche intelligenti, dalle energie rinnovabili allo stoccaggio di batterie negli edifici, attraverso reti in fibra ottica e contatori intelligenti, all’illuminazione pubblica intelligente e ai veicoli elettrici, è un passo fondamentale in questa direzione”, ha dichiarato Simone Mori, Head of European Affairs – Gruppo Enel e Presidente di Elettricità Futura.
“Il concetto di Smart City richiede lo sviluppo di reti intelligenti basate su un’infrastruttura integrata di alimentazione e telecomunicazioni”, ha ricordato Francesco Fanciulli, Executive Vice President, Prysmian Group.
“Un “metabolismo urbano” smart per la modellazione e il monitoraggio in tempo reale di flussi di sistemi urbani complessi, come acqua ed energia, dovrebbero guidare le nostre decisioni mentre affrontiamo la sfida di accogliere due terzi di tutta l’umanità nelle città. Per garantire la sicurezza e la sostenibilità delle aree urbane dobbiamo continuare a perseguire una mobilità elettrica a basse emissioni di carbonio, aumentando la cooperazione di fronte a nuove sfide, come l’analisi, la prevenzione e la reazione all’impatto dei cambiamenti climatici e liberando valore puntando su nuove opportunità come l’intelligenza energetica e la mobilità elettrica attraverso reti all’avanguardia”, ha affermato Carlo Papa, direttore della Fondazione Enel e vicepresidente di ARISE, UN Private Sector Alliance for Disaster Resilient Societies.
Carlo Ratti, socio fondatore dello studio di progettazione CRA-Carlo Ratti e Soci e direttore del MIT Senseable City Lab, ha invece commentato: “Un’occasione importante per discutere di argomenti come mobilità sostenibile, trasformazione digitale e pianificazione urbana partecipativa, che sono cruciali per il nostro futuro, in Italia, in Germania e in tutta Europa”.
Tutti i partecipanti hanno ribadito la centralità dell’ambiente urbano, vero motore dell’innovazione e dell’economia digitale. Le megalopoli del futuro saranno diverse da quelle di oggi: “dovranno essere più pulite, più sostenibili e più interconnesse. Il movimento per rendere le città più “smart” sta trasformando le realtà metropolitane in tutto il mondo, anche a seguito dei crescenti vincoli ambientali e del fabbisogno di sviluppo delle infrastrutture”, si legge in una nota ufficiale dell’ambasciata sulla conferenza.
Le stesse aziende dovranno far fronte a cambiamenti di paradigma, dal momento che la rivoluzione digitale e sociale nei servizi di pubblica utilità aprirà le porte a nuovi operatori di mercato e modelli di business: le compagnie energetiche dovranno affrontare una sempre maggiore decentralizzazione della rete elettrica dal momento che l’energia solare su piccola scala e le batterie avranno un utilizzo maggiore, mentre le fonti rinnovabili non saranno considerate più “energie alternative” ma convenzionali; i gestori di telecomunicazioni amplieranno il loro spettro d’azione ad altri settori; le case automobilistiche si troveranno ad allargare il proprio parco automezzi a veicoli per una mobilità urbana intelligente.
Tale transizione, hanno sostenuto gli speaker, ha grandi implicazioni anche per gli urbanisti: le aspettative dei cittadini cresceranno, man mano che le città intelligenti creeranno nuove forme di “beni pubblici digitali“ e l’avvento di veicoli elettrici e autonomi (eMobility e self driving cars) favorirà trasformazioni dirompenti delle infrastrutture urbane, superando la tradizionale dicotomia tra trasporto pubblico e privato e favorendo la trasformazione degli spazi pubblici in aree ricreative e verdi.