In generale, sappiamo che la diffusione delle infrastrutture dedicate ai servizi cloud e alla data economy in tutto il mondo porterà ad un aumento dei consumi energetici nei prossimi anni. Già oggi il 3% di tutta l’energia mondiale serve al funzionamento dei data center, che sono di fatto responsabili del 2% delle emissioni di gas serra.
La Danimarca, ad esempio, a causa dell’elevato numero di data center sul territorio nazionale, realizzati negli ultimi anni da alcune grandi aziende globali come Facebook, Apple e Google, ha dichiarato che probabilmente il suo impatto ambientale tenderà ad aumentare nel futuro prossimo.
Nonostante l’elevato rendimento delle fonti energetiche rinnovabili (la Danimarca è uno dei più grandi produttori di energia eolica in Europa), i piani avanzati di riduzione delle emissioni di CO2 e la valorizzazione degli spazi verdi come della green economy, si legge in un articolo pubblicato sul quotidiano Politiken, è stato calcolato un aumento dell’impronta di carbonio della Danimarca di oltre il 10% entro il 2030 a causa dei data center.
Secondo uno studio Yole Développement, entro il 2020 il consumo di energia dei data center raggiungerà i 508TW, mentre nel 2025 si stima che in tutto il mondo tali strutture possano arrivare a consumare circa un quinto dell’intera potenza energetica mondiale.
Sul territorio danese Facebook ha annunciato la realizzazione di un nuovo data center entro il 2020, a Odense, Apple porterà gli investimenti a 1,8 miliardi di dollari con una nuova struttura a Aabenraa, nello Jutland meridionale, Google infine, nello Jutland orientale ha acquistato un terreno grande come 10 campi di calcio per realizzare un nuovo data center.
L’ultima azienda in ordine di tempo a prenotare un data center ni Danimarca è stata l’IBM.
