Per la Cina qualcuno già parla di “golden era”, o di nuova corsa all’oro, ma non stiamo parlando di alcun metallo prezioso, bensì di economia digitale, di nuove tecnologie abilitanti la digital transformation e la sua economia.
Internet, cloud computing, big data e intelligenza artificiale (o AI, nel suo acronimo inglese di artificial intelligence), sono alcune tra le tecnologie più rilevanti nel processo di trasformazione digitale del Paese.
Secondo dati diffusi dal think tank governativo China Academy of Information and Communications Technology (Caict), l’economia digitale nazionale ha raggiunto a fine 2017 il valore di 27,2 trilioni di yuan, cioè 4,3 trilioni di dollari, con un aumento su base annua del 20% (dato maggiore rispetto alla tradizionale crescita economica, che si è attestata al 6,9% l’anno passato).
“L’economia digitale cinese è entrata in una nuova fase, più matura, non più centrata sulla crescita rapida ad ogni costo, ma su un concetto di sviluppo caratterizzato sia dalla quantità, sia dalla qualità delle operazioni”, ha commentato al giornale China Daily Lu Chuncong, direttore del Policy and Economic Research Institute del Caict.
“Il contributo della digital economy al PIL cinese è stato del 33% nel 2017, pari a 82 trilioni di yuan”.
Digitale, inoltre, significa anche occupazione e alla fine dell’anno passato i posti di lavoro collegati alla digital economy raggiungevano i 171 milioni, circa il 22% del totale degli occupati.
Oltre al cloud, all’AI e i big data, ci sono anche da considerare i grandi investimenti cinesi nel 5G, con un ruolo di massima rilevanza internazionale ad esempio nello sviluppo degli standard e nella fase di testing.
La nuova tecnologia è attesa fare il suo debutto in Cina nel 2019 e il grande Paese asiatico sarà così uno tra i primi al mondo a rilasciare licenze 5G, tra la seconda metà dell’anno prossimo e i primi mesi del 2020.