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Autobus elettrici, in Cina crolla la domanda di petrolio nei trasporti pubblici

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Ogni 5 settimane la Cina mette in strada un numero di autobus elettrici pari a quanti ne circolano nella città di Londra. È il grande boom della mobilità elettrica nei trasporti pubblici, di cui il gigante asiatico è leader indiscusso.

Ogni 5 settimane la Cina mette in strada un numero di autobus elettrici pari a quanti ne circolano nella città di Londra. È il grande boom della mobilità elettrica nei trasporti pubblici, di cui il gigante asiatico è leader indiscusso.

In Cina è in servizio il 99% dell’intero parco autobus elettrici mondiale, cioè circa 385 mila mezzi nel 2017. Ogni cinque settimane sono aggiunti 9.500 nuovi ebus a zero emissioni inquinanti, che equivalgono all’intera flotta di Londra secondo Bloomberg New Energy Finance (Bnef).

Un mercato fiorente, che in futuro continuerà a crescere, favorendo una consistente contrazione della domanda di carburante da combustibili fossili (principalmente benzina e diesel)

Si stima che ogni 1000 batterie per autobus elettrici, si eliminano dal mercato 500 barili di diesel.

Per il 2018, sempre secondo Bnef, è molto probabile che il petrolio risparmiato possa arrivare al 37%, per un totale di 279 mila barili, più o meno la quantità consumata in un anno dalla Grecia.

Questo settore sta raggiungendo un punto di svolta epocale – ha dichiarato Colin Mckerracher, Responsabile per Advanced transport presso l’unità di ricerca londinese di Bloomberg – le amministrazioni cittadine di tutto il mondo hanno la necessità di affrontare problemi urgenti relativi alla sempre peggiore qualità dell’aria. L’acquisto di autobus elettrici è uno dei passi obbligati a cui devono attenersi se vogliono migliorare la situazione ambientale e la qualità della vita dei cittadini”.

Il caso cinese è emblematico. Qui, secondo dati Berkeley Earth, l’inquinamento ha determinato nel 2015 la morte prematura di 1,6 milioni circa di persone. L’impatto terribile delle emissioni inquinanti e la domanda sempre crescente di energia ha portato Pechino alla drastica decisione di intraprendere una grande trasformazione del settore dei trasporti, a partire da quelli pubblici.

Nella sola città di Shenzhen, nel 2016, sono entrati in servizio 14 mila autobus elettrici. Fino ad ora l’azienda locale BYD, che controlla il 13% del mercato nazionale, ne ha costruiti 35 mila, con una capacità produttiva di 15 mila ebus l’anno.

In questo modo, negli ultimi 10 anni, la megalopoli ha risparmiato 6,8 miliardi di litri di carburante, pur facendo percorrere ai suoi ebus 17 miliardi di chilometri.

La mobilità elettrica è riuscita qui a dimostrare la sua capacità di ridurre quasi a zero il suo impatto ambientale, migliorando sensibilmente la qualità dell’aria respirata, evitando l’emissione di 18 milioni di tonnellate di CO2, la stessa quantità prodotta annualmente da 3,8 milioni di auto private.

Nel 2016 in Cina sono stati venduti 131 mila veicoli elettrici, 116 mila ebus e 16 mila ecars. Nel 2017 sono stati 105 mila i veicoli venduti, di cui 90 mila ebus e 16 mila acars.

La strada di Shenzhen sarà presto presa anche da altre metropoli occidentali, tra cui Parigi, Londra, Città del Messico e Los Angeles, a partire dal 2025.

In tutto il mondo, dopo la Cina, le più grandi flotte di autobus elettrici si trovano in Olanda (296.000), Lituania (192.000), Gran Bretagna (191.000), Germania (176.000), Austria (164.000), Polonia (148.000) e Francia (74.000).

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