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Facebook, come cambiano le dirette per gli under 15

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Tra le novità annunciate da Facebook per rafforzare la privacy degli utenti tra i 13 e i 15 anni c’è anche l’eliminazione dell’opzione ‘pubblico’. Ossia i contenuti postati sono visibili solo agli amici e non più a tutta la Rete. Si limita, così, il bacino di utenza delle dirette social, come proposto da Key4biz per tutelare la privacy e l’incolumità dei minori.

Il parental control per gli utenti under 15 annunciato da Facebook contiene una novità poco messa in evidenza dai media, ma che, invece, dal nostro punto di vista tutela meglio la privacy e l’incolumità dei ragazzi che utilizzano il social network. Si fa riferimento solo alla fascia d’età 13-15 perché, di norma, è vietata l’iscrizione al social per chi ha meno di 13 anni.

Tra le funzioni speciali per i giovani, annunciate dalla società, non sarà più contemplata l’opzione pubblico, questo significa che i contenuti postati dai nostri figli e nipoti potranno essere visti solo dai loro ‘amici’ di Facebook e non più da tutta la Rete, con tutti i rischi connessi: per esempio essere adescati da sconosciuti e le loro immagini essere facilmente rubate e postate su siti pedopornografici.

Questa grave falla era stata messa in evidenza da Key4biz il 26 aprile 2017 con l’articolo: Diretta sui social. Non è il caso di vietarla (almeno) ai minori?

Il Live, infatti, è potenzialmente pericoloso soprattutto per i minori, che lo usano, anche a scuola (il video: “Sei bellissima in questa chat. Mi lasci il tuo numero?”), per sedurre utenti senza essere minimamente consapevoli dei rischi a cui potrebbero andare incontro. Da qui la nostra proposta: vietare la diretta ai minori su Facebook, Instagram e Twitter?

Con la novità annunciata da Facebook abbiamo ottenuto una (mezza) vittoria, perché è stato posto un limite alle dirette effettuate dagli utenti tra i 13 e i 15 anni.

Il social network ha rafforzato gli strumenti in difesa della privacy degli under 15 (tra l’altro hanno bisogno dell’autorizzazione dei genitori o tutore per accedere alla versione senza restrizioni di Facebook) per adeguarsi al Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali (Gdpr), in vigore, pienamente, dal 25 maggio. E la piattaforma ha assicurato che l’aggiornamento riguarderà tutti i ragazzi del resto del mondo e non solo europei.

  • Ma serviva il Gdpr per capire la pericolosità dell’opzione ‘pubblico’?

Un teenager quale “grande evento” può trasmettere, per di più in diretta, al pubblico di tutta la Rete? Se non mettere in pericolo la propria incolumità. Poi, c’è da dire che in maniera perversa l’algoritmo dei social “premia” i video live e li colloca in testa al News Feed, ossia sono i primi contenuti visualizzati da chi accede alla piattaforma da app o da desktop.

“Perché allora Facebook, Instagram, Twitter e YouTube non vietano la diretta ai minori di 18 anni? Così come le sigarette e alcuni tipi di film”, abbiamo scritto nell’articolo del 26 aprile scorso, concludendo così “…
“Poi se gli Over the Top non hanno questa sensibilità almeno impostino di default questo standard di trasmissione: i contenuti video dei minori possono essere visti solo dai loro amici/follower, tecnicamente consentire una trasmissione a un pubblico limitato e non a tutto il mondo indistintamente”.

 Fortunatamente è arrivato il Gdpr che ha obbligato Facebook a sviluppare questa “sensibilità“.

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