a cosa serve?

Facebook ha attivato in Italia il riconoscimento facciale. Privacy di nuovo a rischio

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Gli utenti maggiorenni italiani che da oggi accedono al social hanno la possibilità di attivare il riconoscimento facciale, a cosa serve? ‘A capire quando potresti essere presente nelle foto e nei video per proteggerti dagli sconosciuti che usano la tua identità’, scrive Facebook. La tecnologia non è disponibile per i minori.

Più Facebook è sotto l’occhio del ciclone per gli effetti dello scandalo Cambridge Analytica più azzarda l’uso di tecnologie che potrebbero mettere a rischio la privacy degli utenti. Da oggi gli utenti maggiorenni italiani, che accedono al social, hanno la possibilità, (non è una funzione standard), di attivare il riconoscimento facciale.
A cosa serve?

“Se attivi questa impostazione, useremo la tecnologia di riconoscimento facciale per capire quando potresti essere presente nelle foto, nei video e nella fotocamera per proteggerti dagli sconosciuti che usano le tue foto, trovare le immagini in cui sei presente ma non ti hanno taggato, comunicare alle persone con disabilità visive chi è presente nella foto o nel video e suggerire alle persone chi potrebbero voler taggare”, scrive Facebook.

In sostanza, con il riconoscimento facciale il social network analizza le foto e i video in cui si è presente per calcolare un numero unico (“modello”) che rappresenta il proprio aspetto nelle immagini. La funzione è disponibile da oggi in Europa e poi sarà estesa al resto del mondo, Stati Uniti compresi. Fortunatamente non è attivabile “per chiunque abbia meno di 18 anni”, questa la decisione presa da Facebook che nei giorni scorsi ha rafforzato gli strumenti in difesa dei dati personali dei minori.

 

Riconoscimento facciale rischio privacy?

Apple è stata tra le prime società hi-tech ad introdurre questa tecnologia nell’iPhone X per sbloccare il dispositivo e per effettuare i pagamenti con Apple Pay. E subito è sorto il potenziale allarme privacy per il riconoscimento del volto. A sollevarlo anche un report del Washington Post secondo il quale le misure di sicurezza garantite dalla compagnia di Cupertino rischiano di non essere sufficienti per gli sviluppatori di applicazioni terze. Questi, scrive il quotidiano, potrebbero usare e conservare sui propri server le informazioni del volto degli utenti raccolte con l’iPhone X per scopi non sempre noti.

Apple ha affermato di “considerare molto seriamente la privacy e la sicurezza”, “un impegno che si riflette nelle forti protezioni realizzate per i dati del Face ID”. La società ha spiegato che gli sviluppatori non hanno accesso alla mappa completa del volto fatta dal sistema Face ID: questi dati “non lasciano mai il dispositivo”, “né vengono inviati ad Apple o a terze parti”.

Gli sviluppatori hanno però accesso ad alcuni dati della fotocamera TrueDepth e, secondo gli esperti interpellati dal Washington Post, le scansioni potrebbero rivelare una mole di informazioni come età, sesso, razza ed emozioni degli utenti. “Penso che dovremmo essere abbastanza preoccupati – ha raccontato al Washington Post Jay Stanley, analista di politica senior presso l’American Civil Liberties Union -. Sono piuttosto alte le probabilità che presto vedremo il danno dei dati facciali, se non su Apple su Android”.

 

In sintesi come sono usati i dati biometrici degli utenti

Ecco per quali scopi Facebook dichiara il trattamento dei dati:

  • Proteggere gli iscritti dagli sconosciuti che usano le foto degli utenti per rubare le identità.
  • Proteggere la piattaforma e il pubblico da pericoli e usi impropri.
  • Trovare e mostrarti foto in cui si è presente ma non taggato.
  • Suggerire persone che si potrebbe voler taggare.
  • Migliorare e sviluppare i servizi, ad esempio comunicando a una persona con disabilità visive chi è presente in una foto o in un video.
  • Mostrare contenuti personalizzati, ad esempio suggerendo filtri della fotocamera che potrebbero piacere.

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