OTT vs editori: in Germania pronta a passare la Lex Google

di Raffaella Natale |

La web company minaccia di abbandonare il Paese.

Germania


Alex Springer

Entro la fine del mese, il Parlamento tedesco approverà la legge nota come Lex Google, che costringe i siti aggregatori di notizie a pagare una royalty agli editori. Se dopo l’adozione delle nuove norme, i portali dovessero rifiutarsi di pagare questo compenso, i giornali potranno decidere di agire legalmente contro di loro per bloccare l’uso gratuito dei loro contenuti.

 

Il progetto di legge non trova ovviamente d’accordo Big G che, attraverso il portavoce della controllata tedesca, Kay Oberbeck, ha fatto sapere fin da subito: “La ricerca sulla Rete sarebbe enormemente danneggiata in Germania” e parlato di “un’interferenza su Internet che non ha paragoni nel resto del mondo”.

 

Il governo ha, però, spiegato che le nuove norme intendono garantire agli editori “un’equa partecipazione” ai profitti guadagnati dai motori di ricerca e aggregatori di notizie.

 

La compagnia americana è arrivata addirittura a minacciare che se passasse la legge lascerà il Paese. Ma se così fosse, dovrebbe presto farlo anche in altri importanti Stati Ue, come la Francia, dove le cose vanno nella stessa direzione (Leggi Articolo Key4biz), e l’Italia.

Ricordiamo, infatti, che il mese scorso proprio a Roma editori italiani, francesi e tedeschi hanno deciso di avviare un’azione congiunta per la promozione e la tutela dei contenuti editoriali online (Leggi Articolo Key4biz).

 

Ma al di là delle minacce, forse non a caso, Google ha recentemente deciso d’investire 1,3 milioni di euro a favore delle start-up tedesche, specie quelle di Berlino (Leggi Articolo Key4biz).

 

Dalla parte di Google, il Partito tedesco dei verdi e il Partito pirata, che hanno definito ‘folle’ la proposta di legge e spiegato che, secondo loro, “i contributi modesti garantiti da questa legge non salveranno gli editori dalla crisi, né tantomeno i giornalisti dalle difficoltà che sta attraversando il settore”.

Il Ministro della Giustizia, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, eletta col Partito Liberale (Fdp), ha però replicato che “In questo modo verranno garantiti i diritti degli editori della stampa online“. Per il Ministro tedesco della Cultura, il cristiano-democratico (Cdu) Bernd Naumann, il “governo lancia un messaggio importante in direzione della tutela del diritto d’autore nell’era digitale”.

Quest’ultimo ha, infatti, definito come ‘inaccettabile’ che portali con scopi commerciali possano servirsi gratuitamente dei contenuti disponibili su internet, frutto del lavoro di giornalisti e giornali, sui quali vengono investiti ingenti risorse economiche da parte degli editori.

 

Utenti privati, blogger, aziende, federazioni e associazioni potranno, tuttavia, continuare a citare liberamente le notizie e pubblicare i link ai siti ufficiali dei giornali.

 

Google News è già da tempo nel mirino del tycoon dei media Rupert Murdoch, editore tra l’altro anche del Wall Street Journal, che lo scorso anno aveva usato parole molto forti nei confronti dei fondatori di Google, arrivando a definirli ‘parassiti’, perché il servizio Google News “ruba” dai giornali senza alcun rispetto del diritto d’autore (Leggi Articolo Key4biz).

 

Le nuove norme sono state sostenute dagli editori tedeschi, specie dai grossi gruppi come Axel Springer e Bertelsmann che lamentano la crisi del settore.

In Germania 47 milioni di persone di età superiore ai 14 anni leggono ogni giorno un quotidiano su carta (66,6% del totale della popolazione) e i siti internet dei quotidiani tedeschi sono visitati ogni mese da  27.7 milioni di utenti unici (39,5 % della popolazione). Il 92% della popolazione tedesca di età superiore ai 14 anni – pari ad oltre 65 milioni di lettori – legge periodici. I siti Internet e le altre applicazioni degli editori tedeschi contano 13.8 milioni di utenti, corrispondenti al 72% del traffico complessivo della Rete. Infine, per quel che riguarda i tablets, il 66% di chi fa uso di iPad ha sottoscritto un abbonamento ad un giornale. Il mercato digitale oggi rappresenta il 10% del fatturato degli editori tedeschi. 

Nonostante ciò, le imprese editoriali tedesche subiscono fortemente la crisi economica, oltre che l’indebito sfruttamento del valore dei propri contenuti editoriali da parte degli operatori dell’industria digitale (i motori di ricerca, in primo luogo): tutto ciò determina un contesto di disequilibrio tale da compromettere il funzionamento efficiente del sistema Internet nel suo complesso

Secondo l’associazione tedesca degli editori, le entrate delle aziende mediatiche tedesche hanno perso circa il 20% tra il 2000 e il 2009.

 

Tant’è che la scorsa settimana, la Frankfurter Allgemeine ha aperto la procedura fallimentare col depositato del proprio bilancio, l’agenzia di stampa Dapd ha annunciato il licenziamento di cento giornalisti (un terzo della propria forza lavoro) e in queste ultime ore il Financial Times comunicato che presto potrebbe sospendere la pubblicazione dell’edizione tedesca.

 

Gli editori, come spiega bene Axel Springer, non sono contro il digitale: “Il tablet sarà la rivista del futuro“, ha detto l’amministratore delegato Mathias Doepfner (Leggi Articolo Key4biz). L’industria editoriale ha, infatti, cominciato a investire pesantemente nel digitale, ma per continuare a farlo c’è bisogno di leggi chiare che introducano un diritto d’autore specifico a carico dei “soggetti del web”.

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